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Come fa questo pesce di 1 cm a emettere suoni forti quanto quelli di un aereo al decollo: ascoltalo

Danionella cerebrum, un piccolo pesce che vive nelle torbide acque di alcuni canali del Myanmar, è in grado di produrre suoni potentissimi di 140 decibel, quanto un jet al decollo. Gli scienziati hanno scoperto come ci riesce.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Senckenberg/Britz
Credit: Senckenberg/Britz

Un piccolo pesce lungo poco più di 1 centimetro è in grado di emettere un suono incredibilmente potente, che spazza via il luogo comune sull'aneddotica “silenziosità” di questi animali. Basti sapere che nei pressi del pesciolino il rumore raggiunge i 140 decibel; è quanto un aereo a reazione al decollo ascoltato da una distanza di 100 metri, come spiegato dagli scienziati che lo hanno studiato. Nessun altro pesce – perlomeno tra le specie conosciute – è capace di produrre suoni altrettanto fragorosi, di qualunque dimensione.

Protagonista di questa prestazione record è Danionella cerebrum, un ciprinide scoperto nel 2021 in Myanmar (ex Birmania) in alcuni corsi d'acqua della catena montuosa Bago Yoma e nei pressi della città Hmawbi. Poiché vive in ambienti torbidi e quindi risulta difficile farsi vedere da potenziali partner e rivali, secondo gli scienziati il pesce ha evoluto un'affascinante metodo di comunicazione intraspecifica basata sul suono. Per emettere questi potentissimi impulsi il ciprinide ha evoluto caratteristiche anatomiche esclusive, non presente in altri pesci.

A descrivere in che modo Danionella cerebrum è in grado di emettere impulsi sonori di 140 decibel è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi del Centro Einstein per le Neuroscienze dell'Università Charité di Berlino, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi delle Collezioni di storia naturale della Senckenberg Society di Dresda. I ricercatori, coordinati dal professor Benjamin Judkewitz, hanno utilizzato molteplici approcci per studiare le emissioni sonore di questi piccoli e portentosi vertebrati acquatici: fra essi video ad alta velocità, profilazione dell'RNA, tomografia microcomputerizzata (micro-CT) e simulazioni di vario genere.

Dall'indagine è emerso che i maschi di questa specie possiedono un apparato unico composto da una cartilagine in grado di tambureggiare, una costola specializzata e un muscolo che resiste alla fatica più di quelli normali. “Questa struttura accelera la cartilagine che batte con una forza di oltre 2.000g contro la vescica natatoria per produrre un impulso rapido e forte”, ha spiegato in un comunicato stampa il dottor Ralf Britz della Collezione Senckenberg. È interessante notare che i suoni emessi dal pesce sono determinati da contrazioni muscolari alternate, dallo stesso lato del corpo oppure alternando destra e sinistra. Il risultato, che potete ascoltare nel video qui di seguito, è una serie di curiosi scricchiolii ripetuti in rapida successione, che tutto lasciano immaginare tranne che al suono emesso da un piccolo pesce. In altre circostanze gli impulsi sembrano invece i colpi di una mitragliatrice.

Si tratta di una scoperta molto interessante poiché, come spiegato dagli autori dello studio, “sfida l’idea convenzionale secondo cui la velocità del movimento scheletrico dei vertebrati è limitata dall’azione muscolare”. “Comprendere questo straordinario adattamento amplia la nostra conoscenza del movimento animale ed evidenzia la notevole diversità dei meccanismi di propulsione tra le specie, contribuendo alla nostra più ampia comprensione della biologia evolutiva e della biomeccanica”, hanno chiosato gli esperti.

Questi pesci, che detengono anche il record del cervello più piccolo in un vertebrato adulto, hanno una colorazione traslucida che lascia intravedere gli organi interni, pertanto sono considerati un ottimo modello per condurre studi in laboratorio. Le prospettive più interessanti, secondo gli studiosi, riguardano la ricerca nelle neuroscienze, tuttavia anche nella biomeccanica possono offrire risultati interessanti, come dimostrato dal nuovo studio.

Danionella cerebrum non è comunque l'animale più “rumoroso” in assoluto; il primato spetta ai gamberi pistola (famiglia Alpheidae) che possono raggiungere i 250 decibel facendo schioccare le chele attraverso il fenomeno della cavitazione. Anche i capodogli possono produrre click attorno ai 230 decibel, mentre il richiamo di una scimmia urlatrice arriva a 140 decibel e il barrito di un elefante africano a 125 decibel. I dettagli della ricerca “Ultrafast sound production mechanism in one of the smallest vertebrates” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

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