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Cinque casi di HIV dopo trattamento estetico noto come “lifting del vampiro”: cos’è e come si esegue

I CDC hanno descritto cinque casi di positività al virus dell’HIV a seguito del trattamento di bellezza noto come vampire facial o lifting del vampiro. La procedura era stata eseguita in un centro senza licenza. Come si esegue e quali sono i rischi del Plasma Ricco di Piastrine (PRP)
A cura di Andrea Centini
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Kim Kardashian subito dopo essere stata sottoposta al lifting del vampiro. Credit: Kim Kardashian / Instagram
Kim Kardashian subito dopo essere stata sottoposta al lifting del vampiro. Credit: Kim Kardashian / Instagram

Quattro donne hanno contratto il virus dell'HIV dopo essersi sottoposte a un trattamento di bellezza conosciuto come vampire facial, vampire facelift, lifting del vampiro e altri appellativi simili. È risultato positivo anche il compagno di una di esse. I curiosi nomi della procedura, formalmente nota come Plasma Ricco di Piastrine o PRP, sono legati al fatto che si basa sul prelievo di sangue del paziente, dal quale vengono estratte le piastrine tramite centrifugazione. Successivamente i corpi cellulari vengono trattati con il plasma e iniettati sottopelle. Lo scopo della tecnica, sulla quale ci sono contrastanti evidenze scientifiche, è migliorare il tono della pelle, ridurre le rughe e più in generale ringiovanire l'aspetto del viso, grazie ai fattori di crescita rilasciati dalle piastrine.

Il nome del trattamento è legato anche all'aspetto "sanguinolento" – chiaramente solo temporaneo – che si ottiene durante la procedura, con la comparsa di estese macchie rosse sul viso. Il lifting del vampiro è una procedura di bellezza sempre più in voga, soprattutto grazie alla pubblicità fatta da alcuni vip sui social network. Tra essi anche Kim Kardashian, che nel 2015 pubblicò su Instagram una sua foto subito dopo essere stata sottoposta alla PRP. Sebbene il trattamento mini-invasivo sia considerato sicuro, se fatto in centri non autorizzati e che non rispettano le basilari norme di sicurezza ci sono rischi significativi per i clienti proprio perché coinvolge l'uso del sangue e dispositivi per iniettarlo.

I cinque casi di positività al virus dell'HIV, responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), sono stati riscontrati tra quattro clienti (e il compagno di una di esse) di un centro estetico ad Albuquerque, nel New Mexico, a seguito di un'indagine condotta dal Dipartimento della Salute del New Mexico (NMDOH) in collaborazione con i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti. Tutto ebbe inizio nel 2018, quando una donna risultò positiva al virus dell'HIV nonostante non avesse rapporti sessuali al di fuori della sua relazione stabile, non facesse uso di droghe e non fosse stata sottoposta a trasfusioni, tutte situazioni che possono catalizzare il rischio di contrarre l'infezione. In breve tempo si arrivò a individuare il centro di cui sopra, nel quale la donna si era sottoposta al lifting del vampiro.

Il locale non solo non aveva alcuna autorizzazione medica (licenza) per eseguire la delicata procedura estetica, ma dalle indagini sono emerse diverse infrazioni delle più basilari norme di sicurezza. Fra le altre, sono state trovate provette con sangue prive di etichetta e conservate nel frigorifero assieme al cibo; siringhe utilizzate riposte in cassetti e sul bancone; e assenza di un necessario sistema di sterilizzazione al vapore. Se ciò non bastasse, l'attività – che è stata chiusa e la sua proprietaria incarcerata – non aveva nemmeno un registro completo dei clienti, per questo ci sono voluti diversi anni per contattarne almeno una parte (circa 200) dei clienti, per avvisarli del rischio di HIV e fare controlli ad hoc.

Durante l'indagine condotta tra il 2018 e il 2023, come indicato, sono state trovate positive in tutto cinque persone, quattro donne che si erano sottoposte al lifting del vampiro e un uomo, compagno di una delle quattro risultate positive. “L'analisi della sequenza nucleotidica ha rivelato ceppi di HIV altamente simili tra tutti i casi”, hanno spiegato i CDC in un rapporto. Una delle clienti, tre anni dopo aver ricevuto questo trattamento, è stata ricoverata in ospedale con i sintomi dell'AIDS. Prima di questa storia non erano noti casi di HIV legati a iniezioni di sangue per una procedura estetica, pertanto si tratta di un precedente significativo legato ai rischi di queste pratiche.

“Sebbene la trasmissione dell’HIV tramite pratiche di iniezione non sterile sia un rischio noto, è importante determinare nuove vie di trasmissione dell’HIV tra persone senza fattori di rischio noti per l’HIV. Questa indagine ha identificato un cluster di HIV associato alla ricezione di servizi di iniezione cosmetica presso una struttura senza licenza che non ha seguito le procedure raccomandate per il controllo delle infezioni o non ha conservato i registri dei clienti”, hanno chiosato i CDC. I dettagli del documento “Investigation of Presumptive HIV Transmission Associated with Receipt of Platelet-Rich Plasma Microneedling Facials at a Spa Among Former Spa Clients — New Mexico, 2018–2023” sono stati pubblicati nel Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR) dell'ente americano.

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