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C’è un modo per perdere 5 volte il peso eliminato da semaglutide e tirzepatide, secondo uno studio

Un nuovo studio condotto da scienziati americani ha determinato che c’è un trattamento cinque volte più efficace dei farmaci GLP-1 (come la semaglutide e la tirzepatide) per perdere peso. Ecco di cosa si tratta e quali sono i potenziali effetti collaterali.
A cura di Andrea Centini
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I nuovi farmaci dimagranti a base di semaglutide e tirzepatide che fanno perdere tanto pesoanche decine di chilogrammi – non sono la strategia più efficace nell'eliminare i chili di troppo. Secondo un nuovo studio, infatti, c'è un trattamento in grado di far perdere ben cinque volte il peso (in due anni) eliminato dai due principi attivi, tecnicamente agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) che catalizzano il senso di sazietà, rallentano il transito del cibo dallo stomaco all'intestino e hanno effetti benefici sulla glicemia. A ottenere risultati così sorprendenti è la chirurgia bariatrica, più nello specifico gli interventi di gastrectomia a manica o verticale parziale (sleeve gastrectomy) e il bypass gastrico (Roux-en-Y). Lo evidenzia un nuovo studio presentato durante il congresso scientifico annuale 2025 dell'American Society for Metabolic and Bariatric Surgery (ASMBS), che si è appena tenuto negli Stati Uniti a National Harbor (Washington DC).

A determinare che gli interventi di chirurgia bariatrica – in particolar la gastrectomia a manica e il bypass gastrico – fanno perdere cinque volte il peso della semaglutide e della tirzepatide è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Langone Health dell'Università di New York (NYU) e del NYC Health + Hospitals. I ricercatori, coordinati dal dottor Avery Brown, chirurgo specializzando presso il centro medico accademico, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto le cartelle cliniche di persone obese sottoposte a trattamenti dimagranti farmacologici e di chirurgia bariatrica. I pazienti sono stati abbinati per età, indice di massa corporea (BMI – acronimo di Body Mass Index), e indice glicemico, ovvero i livelli di zucchero nel sangue. Sono state coinvolte nello studio oltre 50.000 persone con un BMI di almeno 35, seguite tra il 2018 e il 2024.

Al termine del periodo di follow-up le persone sottoposte a bypass gastrico o gastrectomia a manica avevano perso in media il 24 percento del peso, contro il 4,7 percento di quello perso da chi era stati trattato con iniezioni settimanali di semaglutide o tirzepatide. Mediamente, nell'arco di 24 mesi, nel gruppo di intervento chirurgico sono stati eliminati circa 25 chilogrammi, rispetto ai 5 del trattamento farmacologico. Secondo gli autori dello studio la differenza sostanziale risiede nell'aderenza al trattamento farmacologico, dato che fino al 70 percento dei pazienti può abbandonarlo entro un anno. Gli interventi chirurgici, d'altro canto, hanno effetti permanenti o semipermanenti.

Nel caso della gastrectomia a manica, eseguita in laparoscopia, viene eliminato fino all'80 percento dello stomaco del paziente, lasciandolo con un organo oblungo e stretto. Ciò, naturalmente, influisce sulla quantità di cibo che si può ingerire e dunque sull'introduzione di calorie, che determina un sostanziale abbattimento del peso corporeo. Il bypass gastrico si basa su un altro principio; viene creata una piccola tasca nello stomaco che collega l'organo direttamente all'intestino tenue. Ciò riduce in modo significativo l'assorbimento dei nutrienti del cibo facendo saltare alcuni passaggi della digestione. Anche in questo caso si determina una significativa riduzione del peso.

“Gli studi clinici mostrano una perdita di peso tra il 15% e il 21% per i GLP-1, ma questo studio suggerisce che la perdita di peso nel mondo reale è considerevolmente inferiore anche per i pazienti che hanno prescrizioni attive per un anno intero. Sappiamo che fino al 70% dei pazienti potrebbe interrompere il trattamento entro un anno”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Brown. “I pazienti con GLP-1 potrebbero dover rivedere le proprie aspettative, aderire più strettamente al trattamento o optare per la chirurgia metabolica e bariatrica per ottenere i risultati desiderati”, ha chiosato l'esperto. Chiaramente entrambi i trattamenti hanno vantaggi e svantaggi che devono essere attentamente ponderati dai medici curanti; aderendo correttamente alla terapia farmacologica è stato comunque dimostrato che anche i farmaci possono far perdere decine di chili. Tra i potenziali rischi della chirurgia bariatrica vi sono sanguinamento, carenze nutrizionali (sono richiesti integratori a vita in determinati casi), infezioni, reflusso gastroesofageo e altri problemi gastrointestinali. I farmaci sono associati ad alcuni possibili effetti collaterali, tra i quali il più severo è il rischio di cecità improvvisa. Un altro studio pubblicato nel 2024 aveva evidenziato i benefici della chirurgia bariatrica. I dettagli del nuovo studio sono stati pubblicati su Surgery for Obesity and Related Diseases.

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