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Caso atipico di morbo della mucca pazza negli USA: cos’è e quali sono i rischi

L’agenzia APHIS del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha annunciato un caso atipico di morbo della mucca pazza, rilevato in un impianto di macellazione della Carolina del Sud. Quali sono i rischi per l’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Negli Stati Uniti è stato registrato un caso atipico di morbo della mucca pazza in una vacca di oltre cinque anni. Ad annunciarlo in un comunicato stampa l'Animal and Plant Health Inspection Service (APHIS) dell'USDA, il Dipartimento dell'Agricoltura degli USA. Si tratta del settimo caso in assoluto registrato nel Paese. La positività, rilevata dai veterinari National Veterinary Services Laboratories (NVSL), ha riguardato un capo all'interno di un impianto di macellazione della Carolina del Sud; l'agenzia specifica comunque che l'animale “non è mai entrato nei canali di macellazione e non ha mai rappresentato un rischio per l'approvvigionamento alimentare o per la salute umana negli Stati Uniti”. Ma cos'è esattamente questa malattia?

Morbo della mucca pazza è il nome popolare di una patologia neurodegenerativa conosciuta scientificamente come encefalopatia spongiforme bovina (BSE), che può essere trasmessa all'uomo attraverso il consumo di carne infetta. Il nome della malattia umana è invece morbo di Creutzfeldt-Jakob (vMCJ). Piatti tipici regionali come la coda alla vaccinara e simili sono stati “banditi” in passato proprio perché è il consumo di tessuto nervoso infetto a provocare la trasmissione della patologia dai bovini all'essere umano. Come specificato dall'APHIS in un documento, si tratta di una malattia neurologica progressiva provocata da prioni, ovvero “agenti infettivi costituiti da materiale proteico”. Questi prioni sono in grado di modificare il cervello degli animali in modo profondo: la malattia è definita “spongiforme” proprio perché provoca veri e propri buchi nel tessuto cerebrale, rendendolo simile a una spugna. Tra i sintomi vi sono problemi motori, mancanza di coordinazione, alterazione del comportamento, perdita di peso e diminuzione nella produzione di latte. Non esistono cure né vaccini: la progressione della malattia è inesorabile e porta alla morte.

Come specificato, il caso negli USA è stato definito “atipico”. La ragione risiede nel fatto che esistono due forme della malattia, la classica e la atipica, appunto. La prima, evidenzia APHIS, è quella legata all'ingestione di alcune parti di animali infetti, come la colonna vertebrale e il cervello. La modalità principale di trasmissione negli animali è legata al consumo di mangimi con farine ottenute da tessuti di animali infetti, per questa ragione sono stati vietati da tempo quelli contenenti parti di ruminanti. Dall'esposizione al prione all'emersione dei sintomi (tempo di incubazione) passano in genere tra i 3 e i 6 anni. La forma atipica colpisce invece gli animali anziani “raramente e spontaneamente”. Emerge senza una vera e propria causa scatenante, dopo un cambiamento nelle proteine prioniche. Non è chiaro se fattori ambientali o la genetica siano coinvolti nel processo patologico. Ciò che è certo è che il morbo della mucca pazza atipico può comparire in qualunque allevamento, per questo la sorveglianza è fondamentale. Poiché può emergere in qualsiasi popolazione di bovini, l'encefalopatia spongiforme bovina secondo l'Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) non comporta un cambiamento nello stato di rischio dei singoli Paesi, a differenza di quella classica diffusa dai tessuti infetti.

La mucca positiva nell'impianto di macellazione della Nord Carolina proveniva da un allevamento del Tennessee; le autorità veterinarie statunitensi condurranno indagini approfondite per conoscere quanti più dettagli possibili sul caso, ma si sottolinea che non ci sono rischi specifici per le persone. Ad oggi, in base ai dati del Ministero della Salute, in Italia sono stati registrati 175 casi  nei bovini (due di importazioni), con un crollo a partire dal 2009. Il morbo di Creutzfeldt-Jakob legato al consumo di carne infetta ha invece colpito cinque persone nel 2014.

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