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Cancro al fegato, drammatico aumento dei casi entro 25 anni: cause e come prevenire il tumore

Un team di ricerca internazionale ha determinato che, entro il 2050, i casi di cancro al fegato aumenteranno quasi del doppio. La maggior parte dei casi è tuttavia prevenibile modificando lo stile di vita. I consigli degli esperti.
A cura di Andrea Centini
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Entro il 2050 i casi di cancro al fegato aumenteranno quasi del doppio, passando dagli 870.000 attuali (all'anno) a 1,52 milioni. Tra le ragioni, oltre al progressivo invecchiamento della popolazione che innescherà un incremento di molteplici patologie – anche i casi di Alzheimer triplicheranno -, per il carcinoma epatico giocheranno un ruolo fondamentale l'epidemia di obesità, il consumo di alcol e le infezioni dei virus dell'epatite B e C, principale volano per questi tumori. Anche i decessi aumenteranno sensibilmente, balzando dai 722.000 annui registrati nel 2022 a 1,37 milioni attesi tra 25 anni. È quanto emerso da un nuovo, approfondito studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, tra le più autorevoli al mondo in campo medico.

A condurre lo studio un copioso team di ricerca internazionale riunito sotto l'egida della “Commissione Lancet sul cancro al fegato”, che coinvolge esperti di oncologia e sanità pubblica. A guidarlo ricercatori cinesi del Dipartimento di oncologia clinica – Hong Kong Cancer Institute dell'Università cinese di Hong Kong e dell'Istituto per il cancro al fegato – Ospedale Zhongshan dell'Università Fudan di Shanghai, che hanno collaborato con i colleghi di numerosi istituti sparsi per il mondo. Fra quelli coinvolti anche il Centro per il Cancro Humanitas di Rozzano, il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università Humanitas di Milano, la Cornell University di New York e moltissimi altri.

Il cancro al fegato, secondo i dati dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), facente capo all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è il sesto più diagnosticato al mondo e il terzo più mortale, rappresentando circa l'8 percento delle morti totali per cancro. In Italia è il quinto più mortale, con 11.200 decessi registrati nel 2022. I dati, come evidenziato dal nuovo studio cinese coordinato dai professori Masatoshi Kudo, Jia Fan e Jian Zhou, sono tuttavia destinati a crescere sensibilmente nel prossimo quarto di secolo. Ad aumentare saranno soprattutto i tumori del fegato innescati dalla steatoepatite associata a disfunzione metabolica, che balzeranno dall'8 all'11 percento. Ciò significa un incremento del 35 percento. La ragione, evidenziano gli autori dello studio, risiede nell'epidemia di obesità e diabete di tipo 2 che rappresentano spesso il volano per il cosiddetto fegato grasso. L'eccesso di lipidi intorno al fegato nel 20-30 percento dei pazienti determina una forma grave di steaotosi epatica chiamata MASLD, che comporta danno epatico e infiammazione in grado di catalizzare il rischio di neoplasie.

Aumenteranno anche i tumori al fegato legati all'abuso di alcol, tradizionalmente associato a questa malattia a causa della cirrosi epatica che può sfociare in insufficienza epatica e nel carcinoma epatocellulare (HCC), il più comune dei tumori primitivi del fegato (circa l'80 percento del totale). In questo caso, entro 25 anni, si passerà dal 19 al 21 percento dei casi. Al momento le infezioni da virus dell'epatite B (HBV) e virus dell'epatite C (HCV) restano i principali responsabili di queste malattie, pertanto il vaccino resta un'arma preziosissima per la prevenzione. Così come un cambiamento verso uno stile di vita più salutare e attivo.

Gli autori dello studio sottolineano che, sebbene il cancro del fegato sia tra i più subdoli, difficili da trattare e mortali, ha anche un'origine chiara nella maggior parte dei casi. Il 60 percento dei casi deriva infatti dai sopracitati fattori modificabili, ovvero eccesso di grasso attorno al fegato, abuso di alcol e infezioni. Migliorare lo stile di vita e i vaccini possono dunque abbattere le nuove diagnosi e la mortalità. Secondo il professor Fan e colleghi, riducendo del 2-5 percento i casi annui con interventi sui sopracitati fattori, potrebbe salvare la vita a ben 15 milioni di persone, prevenendo fino a 17 milioni di casi entro il 2050. “Gli operatori sanitari dovrebbero anche integrare la consulenza sullo stile di vita nelle cure di routine per supportare i pazienti nella transizione verso una dieta sana e un'attività fisica regolare. Inoltre, i decisori politici devono promuovere ambienti alimentari sani attraverso politiche come l'imposizione di tasse sullo zucchero e un'etichettatura chiara sui prodotti ad alto contenuto di grassi, sale e/o zucchero”, ha affermato il coautore dello studio Hashem B El-Serag in un comunicato stampa.

Nel frattempo la ricerca prosegue, a caccia di nuove armi per combattere la subdola patologia. Un team di ricerca dell'Istituto di Ricerca presso l'Hospital del Mar di Barcellona, ad esempio, ha scoperto che potrebbe essere possibile sviluppare un vaccino a mRNA contro il cancro al fegato colpendo specifiche microproteine prodotte solo dalle cellule malate. Speranze arrivano anche da una nuova tecnologia a ultrasuoni attualmente in sperimentazione, in grado di eliminare una parte del tumore e innescare l'azione del sistema immunitario per finire il lavoro.

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