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Buone notizie per chi va in bicicletta: pedalare riduce molto il rischio di Alzheimer, per uno studio

Secondo una nuova ricerca l’uso della bicicletta è associato a una significativa riduzione del rischio di Alzheimer e altre forme di demenza. Rilevato anche un aumento del volume dell’ippocampo, regione del cervello legata a memoria, apprendimento ed emozioni.
A cura di Andrea Centini
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Andare in bicicletta è associato a una significativa riduzione del rischio di varie forme di demenza, compresa quella più comune e devastante, il morbo di Alzheimer. Ma non solo. L'uso di questo salutare veicolo è legato anche a un volume superiore dell'ippocampo, una regione fondamentale del cervello – sita nel lobo temporale – legata a memoria, apprendimento, emozioni e navigazione spaziale. Non c'è da stupirsi che sia tra le più precoci ad essere aggredite dalla neurodegenerazione. Sapere che l'uso della bicicletta può proteggere anche dall'Alzheimer è una splendida notizia per milioni di italiani; secondo i dati della sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) condotta dall'Istituto Superiore della Sanità, infatti, ben 4 italiani adulti su 10 nel biennio 2022-23 hanno scelto di andare a lavoro, scuola e in giro per il tempo libero con la bicicletta.

Perché la bicicletta riduce il rischio di Alzheimer

A determinare che l'uso della bicicletta è associato a una sensibile riduzione del rischio di demenza è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati cinesi del Dipartimento di Nutrizione e Igiene Alimentare del Tongji Medical College dell'Università di Scienza e Tecnologia di Huazhong, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Neurologia, della Collaborazione per la ricerca sulla prevenzione della Scuola di Salute Pubblica di Sydney (Australia) e del Charles Perkins Centre dell'Università di Sydney. I ricercatori, coordinati dal professor Cunpeng Hou dell'ateneo di Wuhan, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di circa mezzo milione di persone (479.723) caricati nell'importante database clinico della UK Biobank. I partecipanti avevano un'età media di circa 56 anni ed erano in leggera maggioranza donne (circa 260.000, il 54,4 percento); sono stati seguiti per un periodo di follow-up di 13 anni.

Durante il periodo di studio si sono verificati 8.845 casi di demenza, pari all'1,8 percento del totale, e 3.956 casi di malattia di Alzheimer, lo 0,8 percento. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi principali: non attivi (spostamento con veicoli a motore come auto e mezzi pubblici); attivi che si spostavano a piedi; camminatori che usavano anche altri metodi di spostamento (“misti”); e ciclisti e ciclisti “misti”. Incrociando tutti i dati, è emerso che coloro che utilizzavano la bicicletta avevano un rischio inferiore di demenza di quasi il 20 percento rispetto ai non attivi; tale rischio era inferiore del 22 percento per l'Alzheimer; del 40 percento per la demenza a esordio precoce o YOD (cioè prima dei 65 anni di età); e del 17 percento per la demenza a esordio tardivo o LOD. Ma non solo. Il professor Hou e colleghi hanno osservato anche benefici nel volume dell'ippocampo per i ciclisti: “La modalità di ciclismo e ciclismo misto era significativamente associata a un volume ippocampale più elevato (β, 0,05 [95% CI, 0,02-0,08])”, hanno spiegato nell'abstract dello studio. Il rischio genetico di Alzheimer associato alla variante del gene Apoe4 ha influenzato i risultati, tuttavia l'uso della bicicletta ha offerto benefici anche in questo specifico gruppo di partecipanti.

Come dimostrato da molteplici studi, l'esercizio fisico offre un prezioso scudo contro l'Alzheimer e altre forme di demenza, per diverse ragioni: dalla riduzione dell'infiammazione al miglioramento della circolazione cerebrale, fino alla stimolazione del rilascio di fattori neurotrofici che proteggono i neuroni. Non è chiaro se sia solo l'attività fisica del ciclismo a proteggere dalla neurodegenerazione, ma si pensa anche che possano essere coinvolti l'allenamento del cervello dovuto all'attenzione e alla navigazione spaziale durante le pedalate, l'aria aperta, la stimolazione della memoria visiva e altri fattori. Ciò che è certo è che andare in bicicletta è un toccasana per la salute in tutti i sensi. “La modalità di viaggio in bicicletta e in bicicletta mista è stata associata a un rischio ridotto di demenza per tutte le cause, inclusi YOD, LOD e AD (malattia di Alzheimer ndr), nonché a un aumento del volume ippocampale, suggerendo un approccio promettente per il mantenimento della salute cerebrale”, hanno chiosato Hou e colleghi. I dettagli della ricerca “Active Travel Mode and Incident Dementia and Brain Structure” sono state pubblicate su JAMA Network Open.

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