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Avi Loeb ipotizza uno sciame di oggetti attorno a 3I/ATLAS: “Il bagliore a goccia è compatibile”

In un nuovo articolo pubblicato su Medium l’astrofisico Avi Loeb ha evidenziato che il bagliore a forma di lacrima attorno a 3I/ATLAS è compatibile con la presenza di uno sciame di oggetti, concentrato nell’anti coda. Lo scienziato torna dunque a suggerire l’ipotesi delle sonde rilasciate da un’astronave, sebbene la comunità scientifica internazionale ritenga che il visitatore sia una cometa interstellare.
A cura di Andrea Centini
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3I/ATLAS ripresa da Roma. Credit: Fabrizio Montanucci
3I/ATLAS ripresa da Roma. Credit: Fabrizio Montanucci

Le ultime immagini dell'oggetto interstellare 3I/ATLAS mostrano un peculiare bagliore a forma di goccia attorno al nucleo, che appare come una sorta di gigantesca lacrima spaziale. La parte stretta di questa goccia è un'affascinante anti coda rivolta direttamente verso il Sole. Secondo la maggior parte degli scienziati queste strutture – chioma e anti coda – sono comuni caratteristiche di una cometa aliena, cioè proveniente da un altro sistema stellare, tuttavia per il fisico e astronomo Avi Loeb potremmo essere innanzi a qualcosa di diverso. L'anti coda, secondo il docente del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, è infatti compatibile con un grande sciame di oggetti di natura incerta.

Questi oggetti attorno a 3I/ATLAS potrebbero essere frammenti naturali di una cometa originati dalla sublimazione del ghiaccio e dal conseguente degassamento dal passaggio al perielio, ovvero la distanza minima dal Sole raggiunta lo scorso 29 ottobre, oppure le famigerate sonde rilasciate da una gigantesca astronave in viaggio nel Sistema solare. Il professor Loeb suggerisce da tempo che 3I/ATLAS possa essere un oggetto artificiale con una traiettoria peculiare e altre anomalie; tali manovre e caratteristiche, di fatto, avrebbero agevolato il rilascio di sonde per studiare i pianeti del nostro sistema. Ora, secondo lo scienziato, l'anti coda (che si estende per circa un minuto d'arco verso il Sole) e il bagliore a forma di lacrima sarebbero spiegabili anche con l'ipotesi tecnologica.

3I/ATLAS ripresa da Roma. Credit: Fabrizio Montanucci
3I/ATLAS ripresa da Roma. Credit: Fabrizio Montanucci

Avi Loeb ha dettagliato il suo ultimo ragionamento in un complesso articolo pubblicato su Medium, nel quale ha fatto riferimento a vari parametri fisici come accelerazione non gravitazionale, magnitudine (la luminosità apparente di un corpo nello spazio) distanza dal Sole e così via. “L'accelerazione non gravitazionale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza eliocentrica (separazione oggetto-Sole), esattamente come l'accelerazione gravitazionale del Sole. Ciò significa che il rapporto tra le due accelerazioni rimane costante lungo l'orbita di 3I/ATLAS”, ha sottolineato lo scienziato israeliano naturalizzato statunitense facendo riferimento ai dati del JPL Horizons della NASA, un sistema di calcolo delle effemeridi messo a punto dai ricercatori del Solar System Dynamics Group del Jet Propulsion Laboratory (JPL). Le effemeridi, in parole semplici, sono tabelle di dati astronomici che permettono di determinare la posizione dei corpi celesti (dai pianeti ai satelliti, passando per asteroidi, comete e altri oggetti) in un preciso momento.

Il professor Loeb ha evidenziato che la componente dominante dell'accelerazione non gravitazionale dell'oggetto “è nella direzione radiale in direzione opposta al Sole”, come se 3I/ATLAS “accelerasse in risposta a una massa del Sole leggermente ridotta”. Di fatto, la spinta extra del degassamento – o dei presunti motori suggeriti dall'esperto – diminuisce con il quadrato della distanza dal Sole e il rapporto tra questa accelerazione non gravitazionale e la gravità del Sole rimane costante lungo l’orbita, permettendo a 3I/ATLAS di allontanarsi dalla stella come se quest'ultima avesse una massa inferiore.

È a questo punto del ragionamento, abbastanza complesso, che il professor Loeb inserisce nell'equazione lo sciame di oggetti: “Se 3I/ATLAS è circondato da uno sciame di oggetti che non condividono la sua accelerazione non gravitazionale, allora questi oggetti tenderanno a essere più vicini al Sole rispetto a 3I/ATLAS, perché 3I/ATLAS viene spinto via dal Sole rispetto agli oggetti attraverso la sua accelerazione non gravitazionale”. “Alla distanza attuale di 270 milioni di chilometri tra 3I/ATLAS e il Sole – prosegue lo scienziato – lo spostamento implicherebbe che gli oggetti siano più vicini al Sole di circa 54.000 chilometri rispetto a 3I/ATLAS, il che corrisponde a una separazione angolare di 0,7 minuti d'arco nel cielo. Questa separazione è paragonabile all'allungamento verso il Sole del bagliore a goccia attorno a 3I/ATLAS”.

L'astrofisico spiega che lo sciame di oggetti resterebbe organizzato all'interno dell'anti coda rivolta verso il Sole fino al manifestarsi di un'accelerazione non gravitazionale innescata dal riscaldamento della stella. Questo sciame di oggetti avrebbe una superficie molto più grande di 3I/ATLAS pur avendo una massa decisamente inferiore, dando vita a una chioma simile a quella osservata nelle immagini dell'oggetto interstellare.

Quanto riportato è solo un riassunto del ragionamento di Avi Loeb, che è molto più approfondito e tecnico nello spiegare l'ipotesi di questo sciame di oggetti a forma di goccia attorno al visitatore interstellare, sia prima che dopo il passaggio al perielio. “Se l'anti-coda è effettivamente associata a uno sciame di oggetti non evaporanti attorno a 3I/ATLAS, la domanda interessante è: qual è la natura di questi oggetti? Sono frammenti rocciosi o qualcos'altro?”, ha chiosato Avi Loeb nel suo nuovo articolo, con un chiaro riferimento all'ipotesi delle sonde di cui parla da tempo. Ad oggi, come sottolineato a Fanpage.it dall'astrofisico dell'Università La Sapienza di Roma Paolo de Bernardis, le anomalie di 3I/ATLAS possono essere tutte spiegate attraverso fenomeni naturali. Praticamente tutta la comunità scientifica internazionale è concorde sul fatto che siamo innanzi a una cometa naturale e non ci sono evidenze dell'ipotesi tecnologica.

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