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Alzheimer causato dal virus dell’herpes: nuovi indizi avvalorano l’ipotesi degli scienziati

Scienziati statunitensi hanno trovato una correlazione tra l’infezione da herpes virus e rischio di sviluppare l’Alzheimer. I risultati sono analoghi a quelli di altre indagini, suffragando l’ipotesi dell’inquietante legame tra il patogeno responsabile dell’herpes labiale e la principale forma di demenza. Saranno comunque necessari studi più approfonditi per confermare il potenziale rapporto di causa-effetto, al momento solo ipotetico.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo studio ha trovato un'associazione significativa tra l'infezione del virus responsabile dell'herpes labiale – l'herpes simplex virus di tipo 1 (HSV-1) – e il morbo di Alzheimer, la principale forma di demenza al mondo. Nello specifico, le persone infette dal patogeno coinvolte nell'indagine presentavano un rischio relativo di Alzheimer l'80 percento più elevato rispetto a chi risultava negativo. Sottolineiamo che si è trattato di uno studio di associazione dal quale può emergere un rapporto di causa-effetto; ciò nonostante i risultati risultano solidi e suffragano quanto già emerso da precedenti indagini. Non è infatti la prima volta che la malattia neurodegenerativa e l'infezione da virus dell'herpes mostrano inquietanti correlazioni. Va tenuto presente che, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa i due terzi della popolazione mondiale sotto i 50 anni è portatrice del virus, che dopo l'infezione resta latente nel sistema nervoso praticamente per tutta la vita, riattivandosi in periodi di forte stress e malattie (è responsabile anche del cosiddetto Fuoco di Sant'Antonio).

Alzheimer associato al virus dell'herpes labiale

Una ricerca svedese condotta da scienziati dell'Università di Uppsala e pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Alzheimer's Disease, ad esempio, aveva determinato che le persone con anticorpi contro l'HSV-1 avevano il doppio delle probabilità di sviluppare la demenza rispetto ai non portatori. Un altro studio della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, che ha analizzato il cervello di persone decedute con e senza Alzheimer, ha rilevato nelle prime quantità doppie di DNA ed RNA di herpes virus umani. Inoltre è emerso che il vaccino contro il Fuoco di Sant'Antonio riduce il rischio di demenza. Tutti questi studi, compreso il nuovo, suggeriscono che la presenza di questa infezione possa in qualche modo innescare la neurodegenerazione e portare allo sviluppo della demenza. Secondo alcuni esperti i virus dell'herpes sarebbero in grado di innescare infiammazione e danno al tessuto cerebrale, con contestuale accumulo di placche di beta-amiloide (uno dei signi più fortemente associati all'Alzheimer), con la morte dei neuroni e la comparsa dei caratteristici sintomi cognitivi, come la perdita della memoria.

Al momento siamo innanzi solo a un'ipotesi che non ha fondamenta molto solide, considerando che sono tutti studi di associazione, tuttavia i vari indizi emersi non vanno sicuramente sottovalutati. L'Alzheimer e le altre forme di demenza sono malattie complesse che possono avere molteplici fattori di rischio e innesco, fra i quali figurano “età, genetica, salute cardiaca, istruzione, stile di vita ed esposizione ambientale”, come spiegato su The Conversation dalla professoressa Joyce Siette del MARCS Institute for Brain, Behaviour, and Development presso la Western Sydney University. L'infezione da herpes virus potrebbe dunque essere solo una delle varie concause, ma non per questo non deve essere presa in considerazione.

A condurre il nuovo studio un team di ricerca statunitense composto da scienziati della Divisione di Allergologia e Malattie Infettive dell'Università di Washington e di Gilead Sciences Inc. I ricercatori, coordinati dal professor Yunhao Liu, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio caso-controllo con circa 350.000 coppie di individui abbinati per età, genere, numero di visite sanitarie e altri parametri. Nel primo gruppo, che aveva ricevuto diagnosi di Alzheimer tra il 2006 e il 2021, la presenza di HSV-1 è stata riscontrata nello 0,44 percento dei casi (1.500 pazienti); nel secondo nello 0,24 percento (823 persone). Ciò significa che chi aveva un'infezione da herpes virus presentava un rischio relativo di Alzheimer superiore dell'80 percento. Nei pazienti che assumevano antivirali contro il virus dell'herpes vi era una riduzione del rischio del 17 percento, un ulteriore indizio sibillino. Sono dunque tutti dati che suffragano l'associazione tra la diffusissima infezione e il rischio di ammalarsi di demenza.

Alla luce di questi risultati, quanto bisogna preoccuparsi? A rispondere la professoressa Siette: “La maggior parte delle persone affette da HSV-1 non svilupperà mai la malattia di Alzheimer. La stragrande maggioranza convive con il virus senza gravi problemi neurologici”, ha spiegato l'esperta. “L"ipotesi herpes' associata al morbo di Alzheimer è un'area interessante per ulteriori ricerche, ma è ben lontana da una base scientifica consolidata. Questo studio aggiunge peso al dibattito, ma non offre una risposta definitiva”, ha chiosato la scienziata. Serviranno dunque ulteriori indagini per confermare o meno questa correlazione, che comunque non va scartata a priori. I dettagli della ricerca “Association between herpes simplex virus type 1 and the risk of Alzheimer’s disease: a retrospective case–control study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BMJ.

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