Abbiamo incontrato il fiorrancino: le foto dell’uccello dalla magnifica cresta di fuoco

Qualche tempo fa vi abbiamo mostrato le foto del più piccolo uccello d'Italia e d'Europa, il regolo (Regulus regulus), un minuscolo volatile di 4,6-7 grammi con una lunghezza che arriva a 9,5 centimetri e un'apertura alare di 15,5 centimetri negli esemplari più grandi. Al regolo è strettamente imparentato il fiorrancino (Regulus ignicapilla), che è solo leggermente più grande: si parla infatti di una decina di centimetri di lunghezza massima, appena 5 millimetri in più.
I due uccelli appartengono entrambi alla famiglia dei regulidi (Regulidae) e allo stesso genere (Regulus). Agli occhi – e alle orecchie – di una persona poco esperta di birdwatching potrebbero apparire praticamente identici, tanto da poter essere confusi facilmente soprattutto se visti di sfuggita dal dorso. Tuttavia le due specie presentano differenze significative nel piumaggio e anche nelle note del canto.

In questo articolo ci concentriamo sul fiorrancino, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare e fotografare spesso ai Castelli Romani, al Parco Nazionale del Circeo e anche nei pressi del Lago di Garda. Fortunatamente, come spiegato dalla Lipu, sono uccelli piuttosto diffusi nel nostro Paese: si parla infatti di un numero di coppie nidificanti abbondante (dalle 300.000 alle 600.000) con una popolazione che sta crescendo sia nei numeri che dal punto di vista dell'areale di distribuzione, segnale di uno stato di conservazione favorevole. È una condizione di cui purtroppo non si può parlare per moltissime specie.

Il fiorrancino, come indicato, è uno degli uccelli più piccoli del Vecchio Continente. Oltre a essere minuscolo, è anche stupendo, come mostrano le immagini che trovate nell'articolo scattate da noi durante sessioni di fotografia naturalistica. La caratteristica più distintiva del fiorrancino è la cresta sulla testa, che può essere aperta durante le interazioni con i conspecifici, in particolar modo nelle parate di corteggiamento. Quella delle femmine è di un giallo vivo, mentre nei maschi è più tendente a un arancio acceso. Non c'è da stupirsi che l'epiteto in latino nel nome scientifico della specie, ignicapilla, significhi proprio “capelli di fuoco” o infuocati. Il dettaglio è ripreso anche nel nome comune inglese, firecrest.

Il piumaggio del dorso tende a un verde oliva acceso e sfuma in giallo sotto al collo, mentre quello del ventre è biancastro. Le spalle hanno dettagli bronzei. Le ali presentano barre bianche e nere e tendono al grigio nella parte posteriore. Anche la coda è grigia. Spettacolari i dettagli del capo, dove l'occhio è tagliato di netto da una striscia nera, che disegna anche due “baffi” ai lati del becco formando una X nella visione frontale. Il sopracciglio è bianco così come la gola. La cresta giallo vivo o arancione è fortemente contrastata col nero sulla testa. Le femmine tendono ad avere un piumaggio meno vivido dei maschi. Il becco è nero e appuntito, specializzato nella cattura di piccoli invertebrati (insetti, molluschi, aracnidi) sia in volo – facendo acrobazie per catturare le prede posate sui rami – che zompettando tra i rametti di aghifoglie. Il richiamo è debole ma ben riconoscibile, una nota delicata e armoniosa che accompagna spesso i parchi cittadini.

Come indicato dalla Lipu, il fiorrancino è una specie “parzialmente sedentaria, migratrice, svernante e nidificante sulla Penisola, in Sicilia, Sardegna e Arcipelago Toscano”. Nel periodo invernale giungono nel nostro Paese anche gli esemplari che vivono nell'Europa settentrionale e orientale, che presentano un comportamento migratorio più marcato rispetto a quelle del bacino Mediterraneo, aumentando sensibilmente i numeri locali. Nonostante l'ampia diffusione, si parla di vuoti di areale nella Pianura Padana, lungo l'Adriatico e in Puglia. “La specie si distribuisce dal livello del mare fino a 1.100-1.300 m di quota, diviene più localizzato a 1.500-1.600 e raggiunge un massimo altitudinale a 1.800 m in Sicilia, 1.900 m sulle Alpi occidentali. Giovani volanti sono stati osservati a 2.000 m su Alpi occidentali e lombarde”, evidenzia l'associazione ambientalista. Imbattersi in un fiorrancino in Italia, pertanto, non è così difficile, tuttavia non è facile vederlo se non si è mentalmente predisposti al birdwatching e alla contemplazione della natura.

Questi uccellini, infatti, pur essendo “chiassosi” con i loro flebili richiami, passano la maggior parte del tempo a saltellare e svolazzare nascosti tra la vegetazione. Possono passare inosservati anche in virtù delle loro ridotte dimensioni. Fotografarli non è semplice anche perché restano spesso coperti da rametti e foglie, ma talvolta escono alla luce regalando l'opportunità di splendidi scatti. Noi li abbiamo immortalati sia in giardini privati che in ville comunali, così come in parchi e riserve naturali. Talvolta sono in compagnia di altre specie, come ad esempio le cince.
La specie, fortunatamente, gode di ottima salute e presenta un rischio minimo. Tra le minacce segnalate dalla Lipu figurano interventi inappropriati di selvicoltura, tagli forestali nel periodo della nidificazione e bracconaggio (i fiorrancini restano intrappolati negli strumenti di morte piazzati dai cacciatori di frodo). Anche gli inverni molto rigidi possono avere un impatto sulle popolazioni di questi piccoli e bellissimi uccelli.
