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Abbiamo capito qual è la soglia che innesca la risposta alla siccità delle foreste

Si tratta del punto del “punto di appassimento dell’ecosistema” che spiega come intere foreste rispondono alla siccità.
A cura di Valeria Aiello
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Le foreste sono tra le risorse naturali più minacciate dai cambiamenti climatici e, in particolare, dai lunghi periodi di siccità. L’impatto della mancanza d’acqua e di temperature più elevate sugli ecosistemi vegetali non è tuttavia stato ben caratterizzato, ma una nuova ricerca dell’Università del Missouri ha introdotto un nuovo concetto per spiegare come intere foreste rispondono a tali condizioni. Individuando, in particolare, quella è la soglia oltre la quale le foreste sono meno in grado di funzionare correttamente, il che include la loro capacità di assorbire anidride carbonica. Il superamento di questo limite, chiamato “punto di appassimento dell’ecosistema”, definisce dunque la forte diminuzione della capacità dell’apparato radicale di estrarre acqua dal suolo e delle foglie di mantenere la funzione stomatica.

Per arrivare a comprendere il comportamento di intere foreste in risposta alla siccità, gli studiosi hanno combinato le misurazioni dell’evapotraspirazione (la perdita di acqua nell’aria) e i dati dello stato idrico (quanto è idratato un ecosistema) relativi alla foresta di Baskett, una vasta area dominata dalla vegetazione naturale che si trova a un decina di chilometri dalla città di Ashland, nel Missouri, utilizzata come laboratorio all’aperto per lo studio delle dinamiche forestali e degli impatti di condizioni meteorologiche e climatiche estreme. Questa foresta è stata colpita da un grave evento di siccità nel 2012, e i dati di questo evento sono stati utilizzati per comprendere la risposta della foresta.

L’analisi, coordinata dal professor Jeffrey Wood dell’Università del Missouri e appena pubblicata sulla rivista Global Change Biology ha indicato che questa foresta di querce e noci raggiunge il suo punto di appassimento tra 2-4 settimane di siccità estrema. Raggiunta a questa soglia, avrebbe bisogno di una pioggia intensa per evitare le conseguenze di questo stress.

Il punto di appassimento dell’ecosistema è funzionalmente significativo in quanto, quando la foresta supera tale soglia, c’è un notevole cambiamento nel modo in cui si comporta – ha spiegato il professor Wood – . Quando entra in quello stato di forte stress, è abbastanza insensibile ai cambiamenti nell’ambiente. Quindi, quando sorge il sole e tenderemmo a pensare che la foresta si accenda e inizi a fotosintetizzare, se ha passato il suo punto di appassimento, ha una capacità molto limitata di rispondere ai cambiamenti di luce in termini di assorbimento di anidride carbonica”.

Questo studio fornisce nuove informazioni sul fabbisogno di acqua di intere foreste, uno strumento utile per i ricercatori che studiano il modo in cui gli ecosistemi vegetali di tutto il mondo gestiscono le variazioni di temperatura – un aspetto che Wood sottolinea con importanza affinché gli scienziati possano preparare le foreste a resistere meglio ai cambiamenti climatici.

Essere in grado di comprendere la risposta alla siccità delle foreste è determinante perché, a livello globale, la siccità è già significativa e non si prevede che migliorerà – ha aggiunto il professor Wood – . Volevamo sviluppare un modo migliore per comprendere e caratterizzare questi ecosistemi, in modo da poter utilizzare tali informazioni per aiutare a modellare le dinamiche della vegetazione nel tempo e comprendere meglio l’impatto futuro su questi ecosistemi”.

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