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Perché la Cina ha iniziato a scavare un buco profondo oltre 10 chilometri

La Cina ha avviato un ambizioso progetto di perforazione nel deserto di Taklimakan, dove vuole scavare un profondissimo buco di oltre 10.000 metri. Ecco perché e come verrà fatto.
A cura di Andrea Centini
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Nella mattinata di martedì 30 maggio la Cina ha avviato un nuovo e ambizioso progetto di ricerca scientifica: creare un buco profondo oltre 10 chilometri per studiare il cuore della crosta terrestre. Per la precisione, l'obiettivo è quello di raggiungere gli 11.100 metri di profondità, come riportato dall'agenzia di stampa governativa Xinuha. I lavori di perforazione sono iniziati esattamente alle 11:46, presso l'enorme bacino idrografico del Tarim, il più grande del mondo privo di emissari (oltre 1 milione di chilometri quadrati). Si trova nell'estrema Cina occidentale, nella regione autonoma dello Xinjiang, conosciuta anche come Turkestan orientale. È un'area popolata principalmente dall'etnia degli Uiguri di religione islamica e lingua turcofona, balzata più volte agli onori della cronaca internazionale a causa delle persecuzioni.

Ma perché la Cina ha deciso di creare questo enorme buco? La ragione, come indicato, è squisitamente scientifica. Sappiamo molto poco degli strati profondi della Terra poiché sono estremamente complessi da raggiungere con le tecnologie di cui disponiamo. Al momento possiamo limitarci a esplorare la crosta terrestre, l'involucro più esterno, divisa in crosta continentale e oceanica. La prima ha uno spessore medio di circa 35 chilometri, ma nei punti più profondi può superare anche i 70 chilometri (ad esempio sotto le montagne). I ricercatori cinesi hanno l'obiettivo di raggiungere il Sistema Cretacico, quello relativo all'ultimo periodo dell'Era Mesozoica, compreso tra 145 e 66 milioni di anni fa. Il Cretaceo è celebre soprattutto per la scomparsa dei dinosauri non aviani, avvenuto al termine dello stesso a causa della caduta del gigantesco asteroide chicxulub nell'attuale penisola dello Yucatan, in Messico. Come spiegato da Bloomberg, è possibile anche che la Cina intenda verificare quali risorse minerarie si trovino alle grandi profondità, ma i dati possono essere usati anche per la valutazione del rischio ambientale in relazione a terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Raggiungere una profondità di oltre 10 chilometri non è affatto semplice, come spiegato a Xinuha dal professor Sun Jinsheng, un docente dell'Accademia cinese di Ingegneria. "La difficoltà del progetto di perforazione può essere paragonata a un grosso camion che viaggia su due sottili cavi d'acciaio", ha chiosato l'esperto. A rendere ancor più complicata l'operazione l'aspro ambiente del Taklimakan, il più grande deserto della Cina, dove si trova il bacino del Tarim. Anche le caratteristiche del sottosuolo rappresentano una sfida notevole. Per perforarlo verranno utilizzati enormi tubi-trivella dal peso superiore alle 2.000 tonnellate. In tutto verranno attraversati dieci strati continentali, fino ad arrivare al sopracitato Sistema Cretacico, particolarmente ricco di gesso. Come evidenziato dal tecnico Wang Chunsheng, la realizzazione di questo pozzo “è un coraggioso tentativo di esplorare il territorio sconosciuto della Terra ed espandere i confini della comprensione umana”.

Per quanto impressionante, il buco cinese non sarà il più profondo in assoluto realizzato dall'uomo. Il record ad oggi appartiene al famoso “pozzo superprofondo di Kola” (Kola Superdeep Borehole) sito nella Penisola di Kola, nella Russia nordoccidentale. I lavori iniziarono nel 1970 e il record di profondità fu raggiunto nel 1989, a 12.262 metri sotto il livello del mare. Da allora nessuno è sceso più in profondità. Il progetto fu interrotto e ripreso più volte per problemi tecnici e di finanziamento, fino alla chiusura definitiva nel 2008. Furono fatte interessanti scoperte sulle rocce granitiche, su fossili di microorganismi estinti e soprattutto sulla presenza di acqua, che nessuno si aspettava di trovare a 12 chilometri di profondità. Non resta che attendere la conclusione del progetto cinese per sapere cosa verrà scoperto nelle rocce profonde al di sotto del Taklimakan.

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