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Strage di berte minori sulle spiagge del Tirreno, arrivato il referto: sono state uccise dall’uomo

A circa venti giorni dal ritrovamento dei corpi di decine di berte minori sul lungomare di Latina, sono arrivati i risultati degli esami necroscopici. A uccidere gli uccelli marini, che risultavano integri e ben nutriti, non sono stati virus né alghe tossiche, bensì l’essere umano. Le cause della morte emerse dal referto.
A cura di Andrea Centini
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Una delle berte minori trovate morte lungo il lido di Latina. Credit: Giuseppe Di Lieto
Una delle berte minori trovate morte lungo il lido di Latina. Credit: Giuseppe Di Lieto

Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato della triste e misteriosa moria di berte minori mediterranee (Puffinus yelkouan) lungo le coste del Lazio, con decine di esemplari trovati morti sul lungomare di Latina. Secondo quanto riferitoci dalla Lega italiana protezione uccelli, meglio conosciuta con l'acronimo di Lipu, dal mese di maggio a oggi sono oltre 300 le carcasse di questi magnifici uccelli marini recuperate tra le spiagge del Lazio e della Campania. Una strage silenziosa che si ripete da diversi anni con numeri inquietanti, che tuttavia rappresentano solo la punta dell'iceberg dell'effettivo numero di esemplari che perde la vita. Nelle scorse settimane, del resto, sono stati visti volare a ridosso della costa tirrenica enormi stormi con migliaia e migliaia di individui, impegnati nella migrazione primaverile. In questo momento le berte minori sono al culmine della fase riproduttiva e si spostano continuamente tra le acque ricche di pesce azzurro e i nidi. Molte, purtroppo, come evidenziano i dati non fanno rientro dal mare.

Berta minore. Credit: Giuseppe Di Lieto
Berta minore. Credit: Giuseppe Di Lieto

Le cause della morte

Il dottor Gastone Gaiba, responsabile dell'Oasi Lipu di Pantanello, ci aveva spiegato che gli esemplari recuperati sul lido di Latina erano sani: “Non avevano ali rotte, non c'era sangue, non erano spennati”. Risultavano integri e ben nutriti; insomma, erano animali in perfetta salute prima del decesso, pertanto è stata esclusa una morte di stenti sin dapprincipio. Proprio il dottor Gaiba, assieme al collega Giuseppe di Lieto che aveva raccolto i corpi dei poveri uccelli, ha portato le berte minori alla sezione di Latina dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri” per gli esami di rito. Ora sono arrivati i risultati e abbiamo potuto visionare il referto girato alla Lipu. A uccidere questi uccelli non sono state alghe tossiche, infezioni virali (come l'influenza aviaria che sta facendo strage di uccelli marini) o altre cause naturali, ma l'uomo. Le berte minori sono infatti morte per annegamento, e c'è una sola cosa che porta gli uccelli marini a morire in questo modo atroce in massa: le reti da pesca. La cattura accidentale (Bycatch) rappresenta un problema enorme per questi animali e, come ci ha spiegato il dottor Gaiba, ogni anno in Europa sono ben 200.000 quelli che perdono la vita a causa degli strumenti utilizzati dai pescatori.

Berte minori. Credit: Giuseppe Di Lieto
Berte minori. Credit: Giuseppe Di Lieto

“L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio ci ha restituito il referto relativo alle 33 berte minori consegnate a metà maggio. Tutti gli individui erano in eccellente stato di nutrizione con lo stomaco pieno di sarde e sardine”, ci ha detto l'esperto. “Tutte presentavano segni evidenti di edema polmonare e congestione polmonare, che hanno un'unica causa: morte per annegamento. Le berte analizzate presentavano inoltre schiuma emorragica nelle alte vie respiratorie”, ha aggiunto Gaiba, sottolineando che i decessi sono assolutamente attribuibili al Bycatch, ovvero, “la cattura accidentale con le reti da pesca posizionate sottocosta”. A rendere particolarmente drammatica questa strage, il fatto che le berte minori mediterranee hanno uno stato di conservazione considerato “cattivo”, per questo sono classificate come vulnerabili nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Berte minori. Credit: Giuseppe Di Lieto
Berte minori. Credit: Giuseppe Di Lieto

In Italia sono presenti dalle 13.000 alle 20.000 coppie nidificanti, ciò significa oltre il 60 percento della popolazione globale. Proprio per questo il nostro Paese dovrebbe avere un ruolo particolarmente prezioso nella loro conservazione, non permettendo che si verifichino simili, terribili perdite. Per contrastare il fenomeno del Bycatch e ridurne il più possibile l'impatto, il dottor Gaiba ha affermato che “è necessario intervenire sui metodi di pesca e sulla sensibilizzazione dei pescatori”, inoltre ha sottolineato che è fondamentale anche “mettere in campo tutte le misure di conservazione e mitigazione del fenomeno previste dalle Direttive Comunitaria”. Questo anche per evitare le procedure di infrazione a carico dell'Italia. Proprio la Lipu ha recentemente lanciato una petizione chiamata Bycatch per sensibilizzare su questo triste fenomeno, responsabile di drammatici episodi di moria di berte minori (e non solo) come quello che si sta registrando in queste settimane lungo le coste del Tirreno.

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