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Imperia, scambiato per un cinghiale e ucciso da un cacciatore. La procura: “Nathan aveva un fucile”

Continuano le indagini sulla morte di Nathan Labolani, il 19enne di Apricale, in provincia di Imperia, ucciso per errore da un cacciatore che lo aveva scambiato per un cinghiale. Secondo la procura della città ligure, la vittima aveva con sé un fucile e una cinquantina di munizioni, pur non essendo in possesso del parto d’armi.
A cura di Ida Artiaco
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Aveva con sé un fucile da caccia calibro 12 e una cinquantina di munizioni, pur non essendo in possesso del porto d'armi, Nathan Labolani, il 19enne di Apricale, in provincia di Imperia, ucciso per errore da un cacciatore che lo aveva scambiato per un cinghiale domenica scorsa, 30 settembre. È quanto riferisce la procura della città ligure, che sta continuando le indagini per cercare di ricostruire esattamente cosa sia successo al giovane. Gli investigatori, ha riportato l'Ansa, stanno eseguendo della analisi specifiche per verificare se l'arma trovata accanto al ragazzo ucciso fosse effettivamente la sua e se Nathan fosse o meno nascosto dietro a un cespuglio mentre era in corso la battuta di caccia. Non è escluso, infatti, che il giovane stesse a sua volta cacciando o che facesse parte di una delle due squadre pur non avendo il porto d’armi. Intanto, il 29enne che lo ha ucciso resta indagato per omicidio colposo.

Nathan è stato ucciso con un solo colpo, esploso dalla carabina Winchester 300 Magnum di un cacciatore di 29 anni di Ventimiglia, che lo ha raggiunto all'addome. La vittima stava passeggiando nel bosco in compagnia del suo cane quando è stato colpito dall'uomo che probabilmente lo ha scambiato per una preda. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco, con il soccorso alpino e il personale sanitario del 118, intervenuto con un equipaggio della Croce Azzurra di Vallecrosia. Ma le condizioni del 19enne sono appare subito critiche fino al decesso. Gli inquirenti stanno anche ascoltando le voci di alcuni testimoni per cercare di ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Numerosi cacciatori stavano partecipando alla battuta di caccia al cinghiale due squadre: una di Camporosso e l’altra di Perinaldo, due località vicine ad Apricale. Il cacciatore, che pare avesse il porto d’armi da un paio di anni, faceva parte del secondo gruppo.

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