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Il Tribunale del Riesame conferma la custodia cautelare per Dell’Utri

I giudici hanno respinto il ricorso presentato dai legali dell’ex senatore che, quindi, rimarrà in stato di fermo presso l’ospedale di Beirut.
A cura di D. F.
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Il Tribunale del riesame di Palermo ha respinto il ricorso presentato dai legali di Marcello Dell'Utri contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dalla Corte d'Appello del capoluogo siciliano. L'ex senatore e fondatore di Forza Italia dunque dovrà rimanere in stato di fermo presso l'ospedale di Beirut nel quale è stato portato in seguito all'arresto, avvenuto nelle scorse settimane nella capitale libanese in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dai giudici italiani.

"Emerge  – hanno spiegato i giudici – amplissima la sussistenza della eccezionale portata delle ravvisate esigenze cautelari  che a fronte di una programmata e dunque deliberata volontà di fuga consentono di ritenere le esigenze cautelari ‘di un non comune, spiccatissimo e allarmante rilievo' tale da superare il divieto di custodia cautelare per gli ultrasettantenni". Secondo i membri del Tribunale del Riesame di Palermo – presieduti da Giacomo Montalbano – la decisione di Dell'Utri di volare a Beirut partendo da Parigi e non da Milano (città dove risiede) dimostrarebbe la volontà dell'ex senatore di evadere i controlli in vista della sentenza di Cassazione sulla sua condanna per mafia originariamente prevista per il 15 aprile. "Essendo operativi voli diretti per Beirut da Milano Malpensa – scrivono i giudici – il transito di Dell'Utri allo scalo parigino indubitabilmente non poteva che essere finalizzato ad eludere, in territorio nazionale, le procedure di controllo passaporti, cui sarebbe stato sottoposto se avesse utilizzato il volo diretto Milano-Beirut trattandosi di rotta esterna all'area Schengen e tanto appare logicamente e praticamente incompatibile con un ‘normale' e transitorio allontanamento dal territorio nazionale a meno che non si volessero ipotizzare, ma questo è un paradosso a dir poco offensivo di una normale intelligenza, necessità economiche connesse a risparmiare sul costo dei biglietti, circostanza per altro smentita dal prezzo, certamente non lieve, realmente pagato, di 1.728,89 euro".

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