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Il presidente Inps Boeri: “Il reddito di cittadinanza costerebbe 35 miliardi all’anno, troppo”

Secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sarà impossibile introdurre il reddito di cittadinanza in Italia perché la misura proposta dai penstastellati costerebbe tra i 35 e i 38 miliardi di euro, molto più dei 29 miliardi preventivati qualche anno fa.
A cura di Charlotte Matteini
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Il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale torna sotto i riflettori. A criticare la misura questa volta è il presidente dell'Inps, Tito Boeri, che considera il reddito pentastellato troppo oneroso per le casse pubbliche. "Il reddito di cittadinanza, così come previsto dal M5S nella sua proposta di legge nella scorsa legislatura potrebbe costare tra i 35 e i 38 miliardi di euro, una cifra molto consistente", ha spiegato Boeri questa mattina. Boeri ha inoltre sottolineato che sono state affinate le stime sul costo di questa misura rispetto a quanto previsto nel 2015, quando si parlò di 29 miliardi, dunque la misura appare ancora più onerosa rispetto al passato. Il Movimento 5 Stelle, nel programma di governo presentato poco prima delle elezioni dello scorso 4 marzo sostenne che la misura costerebbe invece complessivamente 17 miliardi di euro all'anno, compresi i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l'impiego, e che "potrebbe quindi finanziarsi interamente grazie ai suoi effetti sul tasso di partecipazione della forza lavoro".

Secondo i pentastellati, infatti, la misura sarà destinata solo a coloro che effettivamente sono in cerca di occupazione, trattandosi tecnicamente di un "reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento lavorativo" e dunque i conti di altri economisti come Boeri e Cottarelli sarebbero sbagliati perché la platea presa in considerazione sarebbe errata. Come anticipato, dello stesso avviso di Boeri sarebbero Carlo Cottarelli, ex commissario alla Spending Review, che contestò le coperture economiche reperite da M5S e dichiarò: “In realtà alcune voci non sono chiaramente specificate e per altre (come la tassazione delle banche) potrebbero ricadere su famiglie e imprese”, andando dunque a vanificare gli effetti della riforma.

Anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, contesta le promesse elettorali di M5S e Centrodestra e rileva la mancanza di risorse e adeguate coperture per l'introduzione di misure come la flat tax e il reddito di cittadinanza: "Bisogna rallentare sulle promesse elettorali per essere più realisti e per arrivare ad un programma di Governo che non aumenti debito e deficit, che acceleri sulla crescita, e che riduca i divari nel Paese, è la grande sfida. Un reddito di cittadinanza generalizzato sarebbe un messaggio anomalo al Paese, anche se ci si potrebbe lavorare". 

La replica del Movimento 5 Stelle

“Il Reddito di cittadinanza costa 14,9 miliardi più i 2,1 che abbiamo previsto per la riforma dei Centri per l’impiego. Punto. Ci basiamo sulla stima Istat che ha confermato il costo da noi calcolato per il nostro provvedimento. Boeri si concentri piuttosto sul clamoroso pasticcio relativo al cumulo pensionistico gratuito per i professionisti. Abbiamo 15 mesi di ritardo e tanta gente che nel frattempo è andata in quiescenza sperando in quella certezza del diritto che le istituzioni non riescono affatto a garantire”, ha replicato la penstastellata Nunzia Catalfo, autrice della proposta di legge sul reddito di cittadinanza.

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