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Il papà del piccolo Alex Maria “Io gli ho solo fatto un assist, è lui ad aver fatto gol”

“Io mi sono limitato a fare l’assist ma il grosso lavoro lo hanno fatto Alessandro e i sanitari del Bambin Gesù” ha dichiarato Paolo Montresor, il papà del piccolo Alessandro Maria, il bambino sottoposto a una complicata operazione di trapianto di cellule staminali da genitore e che a distanza di meno di un mese può lasciare l’ospedale.
A cura di Antonio Palma
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"È come se io avessi fatto un assist a mio figlio e lui, con l'aiuto del professor Franco Locatelli e tutta la sua equipe e gli infermieri del Bambin Gesù, avesse fatto gol", con questa metafora calcistica Paolo Montresor, il papà del piccolo Alessandro Maria, ha descritto la complicata operazione di trapianto di cellule staminali emopoietiche da lui donate a cui è stato sottoposto il figlio nel dicembre scorso e che a distanza di meno di un mese si può dire perfettamente riuscita. "Io mi sono limitato a fare l'assist ma il grosso lavoro lo hanno fatto Alessandro e i sanitari del Bambin Gesù" ha aggiunto Montresor raggiunto al telefono da Fanpage.it. La buona notizia "arriva dopo un percorso molto complicato e complesso, la attendevamo da tanto, quello post trapianto è stato un momento d'attesa lungo ma alla fine è andato bene" ha proseguito Montresor, dopo la notizia che Alex ha reagito benissimo e per questo presto lascerà l'ospedale pediatrico romano. "È come avergli dato una seconda possibilità e io sono ancora emozionato, siamo felicissimi", ha spiegato l'uomo.

"Nell’arco delle 4 settimane successive al trapianto non si sono registrate complicanze, né sul piano infettivo, né sul piano del rigetto, il problema principale per situazioni di questo tipo" hanno fatto sapere dal Bambin Gesù, quindi "alla luce di queste evidenze il percorso trapiantologico può dirsi concluso positivamente". Per il bambino ora inizia una seconda fase fatta di terapia farmacologica e controlli medici assidui per evitare infezioni da batteri e virus. "La prima fase fondamentale è stata superata e significa che le cellule hanno attecchito bene e hanno iniziato a fare il loro lavoro, ora però ci vogliono altri sessanta giorni circa per poter dire che anche il rigetto secondario e altre complicazioni dovute a infezioni sono stati evitati" ha spiegato Paolo Montresor.

Nei prossimi mesi infatti il piccolo rimarrà in Italia con la mamma per sottoporsi ai controlli periodici in Day Hospital a Roma mentre il padre tornerà per lavoro a Londra. Nella capitale britannica la famiglia si era trasferita prima della scoperta della malattia del piccolo e dove Alessandro Maria era stato anche ricoverato presso l'Ospedale Great Ormond Street in attesa di donatore compatibile prima del trasferimento in Italia. "Alessandro dovrà sottoporsi a controlli periodici e prima dell'estate non penso riesca a tornare a Londra" ha rivelato infatti il papà.

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