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Il ministro Paolo Savona è indagato per usura bancaria

Il ministro degli Affari Europei Paolo Savona risulterebbe iscritto nel registro degli indagati, assieme ad altre 22 persone, per usura bancaria. Savona, che qualche mese fa fu protagonista del caso che sembrava potesse compromettere la nascita del governo M5s – Lega, all’epoca dei fatti contestati era nell’istituto Unicredit.
A cura di Redazione
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Il ministro degli Affari Europei Paolo Savona è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di usura bancaria. Il suo nome risulta nell'atto della Procura della Repubblica di Campobasso relativo alla richiesta di proroga dei termini di durata delle indagini preliminari nell'inchiesta relativa ai parchi eolici di Molise, Puglia e Campania. All’epoca dei fatti, l’attuale ministro era nell’istituto bancario Unicredit. Lo riporta l’Ansa, citando fonti giudiziarie e confermando quanto scritto da alcune testate locali. L’inchiesta è coordinata dal pm Rossana Venditti e coinvolge altre 22 persone.

La Stampa riporta le parole dell’avvocato Luigi Iosa, legale della società Engineering srl (presunta vittima del reato di usura bancaria), che spiega: "È un atto dovuto in quanto la Cassazione penale impone di indagare i vertici della banche per via del loro ruolo di controllo e garanzia".

Come ricorderete, intorno al nome di Savona, indicato dal Presidente del Consiglio Conte come ministro dell'Economia, si determinò una grave crisi politica, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si oppose alla sua nomina al vertice di via XX settembre. Savona, economista molto apprezzato anche negli ambienti "No euro", fu "dirottato" al ministero degli Affari Europei e al suo posto Conte scelse Giovanni Tria, attuale ministro dell'Economia.

L'indagine a carico di Savona rischia di aprire una piccola crisi all'interno dell'esecutivo, anche in relazione a quanto scritto nel contratto di governo fra Lega e Movimento 5 Stelle sul codice etico dei ministri:

Non possono entrare a far parte del governo soggetti che:

– abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, per i reati dolosi di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (legge “Severino”), nonché per i reati di riciclaggio, auto-riciclaggio e falso in bilancio;

– siano sotto processo per reati gravi (ad esempio: mafia, corruzione, concussione, etc.);

– appartengano alla massoneria o si trovino in conflitto di interessi con la materia oggetto di delega.

Nel caso in cui siano a conoscenza di indagini o procedimenti penali a loro carico, i membri del Governo dovranno fornire tempestive informazioni.

Di Maio e Salvini blindano Savona

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio ha commentato al Fattoquotidiano.it la notizia: "Se Savona deve dimettersi? È un'indagine che già conoscevamo". E poi, parlando con i cronisti, ha aggiunto: "L'indagine è un atto dovuto nei sui confronti quando era all'Unicredit: detto questo, come sempre, se conoscevamo già un'indagine e abbiamo scelto Savona, si va avanti".

Sull'inchiesta si è espresso il ministro degli Interni Matteo Salvini, al termine della riunione del consiglio federale della Lega in via Bellerio: "La giustizia faccia velocemente il suo corso. Vi sembra uno che ha la faccia da usuraio? – ha aggiunto – Va bene tutto, oltre ad avere tanti difetti è uno di quelli che stimo di più. Spero che la giustizia faccia velocemente il suo corso perché penso che Paolo Savona sia una delle persone più pulite, corrette e oneste di questo Paese".

È intervenuto anche l'ex premier, il senatore Pd Matteo Renzi, che in un tweet ha attaccato il M5S: "Sono un garantista. Per me il ministro Savona, indagato, non deve dimettersi. Ma proprio per questo dico ad alta voce che Di Maio e i suoi devono vergognarsi. Per anni hanno massacrato persone e famiglie in nome di un giustizialismo vergognoso. Adesso usano la #doppiamorale".

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