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Il figlio di Bossi condannato per un gavettone alla candeggina

Roberto Libertà, 21 anni, secondogenito del leader della Lega Nord, due anni fa colpì un 49enne militante di Rifondazione con un gavettone ripieno di acqua e candeggina, provocandogli irritazioni al volto. Ora dovrà ripagarlo dei danni morali e biologici.
A cura di Biagio Chiariello
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roberto liberta bossi secondogenito del leader della lega nord

Una causa come un'altra, una bravata tra ragazzi che finisce in tribunale.  Niente di straordinario, se non fosse che il protagonista della vicenda che stiamo per raccontare è il figlio del Senatùr, il giovane Roberto Libertà Bossi, 21 anni. Come riportato da Varesenews.it, il Trota junior è stato condannato al pagamento dei danni morali e dei danni biologici ad un militante di Rifondazione Comunista, Luigi Schiesaro di 49 anni.

Cosa ha combinato il figlio di Bossi? I fatti risalgono al marzo 2010, vigilia delle elezioni amministrative. Roberto, all'epoca 19enne, è insieme ai Giovani Padani della sezione di Cuveglio, di cui fa parte anch'egli. In piena campagna elettorale scopre il militante di sinistra mentre stacca dal muro alcuni manifesti del Carroccio,  che, a suo dire, erano stati affissi abusivamente, in via Garibaldi, a Laveno. L'uomo – come poi racconterà agli organi giudiziari – viene improvvisamente colpito da un gavettone  ripieno di acqua e candeggina, lanciato da un auto in corsa. Una Fiat Ulisse, nella quale c'era anche Roberto Libertà. Schiesaro se la cava con una prognosi di sette giorni (quale schizzo gli era entrato nell'occhio). Il figlio di Bossi afferma di aver reagito alle provocazioni del comunista, che aveva lanciato l'asta di una bandiera verso i leghisti.

roberto libertà bossi

Ci sono voluti due anni per fare chiarezza sul caso, ma alla fine il giudice di pace ha dato ragione al militante di sinistra. Il figlio di Bossi dovrà ripagarlo con 1.400 euro. Una cifra quasi simbolica, come affermano i legali del 49enne Massimiliano D’Alessio e Martina Bianchi: «Un gesto di arroganza vile del figlio di un potente è stato punito come meritava, giustizia è fatta».

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