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Il discorso di Conte al Senato: “Basta business dell’immigrazione, tagliamo privilegi politica”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto i lavori della giornata in cui si voterà la fiducia al governo al Senato con il suo discorso programmatico. Il presidente del Consiglio ha affermato di voler tagliare pensioni d’oro e privilegi della politica, oltre a voler dire basta al business dell’immigrazione. Ecco cosa ha detto Giuseppe Conte durante il suo discorso.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto i lavori del Senato nel giorno della votazione della fiducia al suo governo con il discorso programmatico rivolto a tutti i senatori. Ecco cosa ha detto Conte durante il suo intervento in aula, centrando l'attenzione soprattutto sul taglio di pensioni d'oro e privilegi della politica, ma chiedendo anche di fermare quello che definisce come il business dell'immigrazione. Ecco le parole di Conte:

Desidero innanzitutto rivolgere un saluto al presidente della Repubblica che rappresenta l’unità nazionale e che ha accompagnato le prime, non facili, fasi di formazione di questo governo. Entrando per la prima volta in questa aula avvero pesante la responsabilità per ciò che questo luogo rappresenta, esso conserva la memoria di molti e significativi passaggi della nostra storia istituzionale. La progressiva perdita di prestigio di chi ha l’onore di rivestire cariche deve spingere tutti noi a una maggiore responsabilità, con una maggiore apertura alle istanze reali di chi vive fuori. Il ruolo e l’autorevolezza di governo e Parlamento non può basarsi solo sui compiti che ad essi assegna la nostra Carta fondamentale, vanno rafforzati giorno per giorno. Con questo spirito oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia, a favore non solo di una squadra di governo ma anche di un progetto per il cambiamento dell’Italia, un progetto formalizzato sotto forma di contratto dai due partiti che compongono la maggioranza parlamentare e legittimato dalle votazioni che le due forze politiche hanno svolto. Il programma di governo, i cui contenuti chi vi parla ha condiviso sin dall’elaborazione, ha una doppia legittimazione: formale e sostanziale. Solo una volta messi a punto i contenuti del contratto, entrambe le forze politiche hanno deciso di proporre al capo dello Stato il mio nome per assumere la guida del governo. Sono grato a chi, rinunciando a legittime ambizioni personali, ha saputo porre davanti a tutto l’interesse generale, per un progetto che supera le persone chiamate a portarlo avanti e che mi fa avvertire la responsabilità che mi sono assunto, ben consapevole delle prerogative che la Costituzione attribuisce al presidente del Consiglio dei ministri. Come è noto non ho pregresse esperienze politiche, sono un cittadino che si è detto disponibile ad assumere in campagna elettorale eventuali responsabilità di governo con una delle due forze politiche. Assumo questo compito con umiltà ma anche con determinazione, con la consapevolezza dei miei limiti, ma anche con la passione e l’abnegazione di chi comprende il peso delle altissime responsabilità affidate. Non sono mosso da null’altro che da spirito di servizio. Sono onorato di poter offrire le mie competenze per offrire il mio servizio ai cittadini di questo meraviglioso Paese. Come già ho avuto modo di anticipare, mi propongo a voi e attraverso voi come l’avvocato che tutelerà l’interesse dell’intero popolo italiano. Qualcuno ha considerato queste novità in termini di netta cesura con le prassi istituzionali, quasi un attentato alle convenzioni non scritte che hanno caratterizzato l’ordinario percorso del nostro Paese. Tutto vero. Dirò di più: non credo si tratti di una semplice novità, la verità è che abbiamo apportato un cambiamento radicale del quale siamo orgogliosi. Non esistono più forze politiche che esprimono complessive visioni del mondo, che ispirano la loro azione in base a sistemi ideologici identificabili. Il tramonto delle ideologie forte risale a decenni or sono. Ritengo più proficuo distinguere gli orientamenti politici in base all’intensità del riconoscimento dei diritti fondamentali della persona. Vero è che noi vogliamo rivendicare per l’azione di governo nuovi criteri di valutazione, ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini del nostro paese, politiche che aiutano il benessere dei cittadini o che compromettono questo obiettivi. Le forze del governo sono state definite populiste e antisistema: se populismo è l’attitudine della classe dirigente di ascoltare la gente, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, allora queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni.

A voler leggere con attenzione il contratto di governo emerge come questa attenzione sia condotta nel senso alto della politica, con la P maiuscola, volendo dare concreta attuazione ai principi della Costituzione. Nel contratto sono presenti anche riforme profonde di carattere strutturale. Dobbiamo mostrarci capaci di alzare lo sguardo. Diversamente la politica perde di vista il principio di responsabilità che impone di agire non solo guardando al bisogno immediato, ma progettando anche la società che vogliamo lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti. Il cambiamento non sarà solo nelle parole e nello stile, ma soprattutto nel metodo e nei contenuti. Dal punto di vista metodologico la nostra iniziativa si baserà su tre fronti: l’ascolto, perché prima di tutto vengono i bisogni dei cittadini attraverso il Parlamento e la democrazia diretta; l’esecuzione, vogliamo essere pragmatici, se una norma o un ente non funziona è giusto abolirlo, se manca è giusto crearlo; il controllo, i provvedimenti che adotteremo avranno degli obiettivi da raggiungere, saremo i primi a monitorare la loro efficacia. Saranno i tre pilastri dell’azione di governo nel segno della piena trasparenza.

Il cambiamento sarà anche nei contenuti, cambia il fatto che la prima preoccupazione del governo saranno i diritti sociali. I cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo, a un reddito di cittadinanza, a una pensione dignitosa, a pagare tasse eque. Il debito pubblico lo vogliamo ridurre ma con la crescita della nostra ricchezza, non con misure di austerità, Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente, con nuove azioni come la class action, il potenziamento della legittima difesa. Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, che è cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà. Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il Daspo ai corrotti e l’introduzione dell’agente sotto copertura. Cambia che vogliamo un Paese a misura dei cittadini diversamente abili, e sono milioni, che troppo spesso si ritrovano abbandonati a se stessi e alle loro famiglie. Cambia che vogliamo rescindere il legame tra politica e sanità per renderla efficiente su tutto il territorio. Cambia che aumenteremo fondi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città. Cambia che presteremo adeguata attenzione alle famiglie, specialmente quelle in difficoltà. Se anche realizzassimo solo le indicazioni appena indicate i cittadini percepirebbero che il vento nuovo non ha soffiato invano, che il vento sta soffiando ovunque, che la qualità della vita sta migliorando e si sentirebbero più uniti e orgogliosi di vivere in questo Paese. Questo è in definitiva il nostro obiettivo.

Di seguito riassumerò alcune indicazioni su alcuni temi più rilevanti e anticiperò il mio personale e specifico contributo. In tema di lavoro, in questo tempo di crisi, ci impegniamo a dare seguito al primo articolo della Costituzione, basata sul lavoro. Vogliamo un patto sociale basato su solidarietà e impegno, consapevole che ci vuole la partecipazione di tutti. Vogliamo dare voce a tanti giovani che non trovano lavoro, agli inattivi, a quelli che fuggono all’estero per trovare lavoro. Vogliamo dare possibilità alle donne, spesso più capaci di noi uomini, che sul posto di lavoro sono ancora discriminate e meno pagate e che si sentono sole quando decidono di mettere al mondo un bambino. La diffusione di nuove tecnologie crea nuove opportunità imprenditoriali, ma apre anche a rischi di marginalizzazione e sfruttamento. Dobbiamo farcene carico, non per combattere uno sviluppo spesso irreversibile, ma per garantire il lavoro come strumento di garanzia umana. In materia di ambiente l’azione di governo sarà incentrata sulla tutela dell’ambiente, sulla sicurezza idrogeologica del territorio, sul sostegno all’economia circolare. Dobbiamo misurarci con i dilemmi dell’intelligenza artificiale.

In materia di scenari internazionali, ribadiamo l’appartenenza del nostro paese all’alleanza atlantica, con gli Stati Uniti come alleato privilegiato. Ma attenzione, saremo fautori di una apertura verso la Russia che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni. Come è noto, i processi di integrazione dei mercati hanno operato una completa ridefinizione dei confini tra politica, economia e diritto. Nel nuovo spazio globale, la finanza ha un ruolo di assoluta preminenza, è divenuta la vera religione universale, politica e diritto hanno perso terreno. Tutti abbiamo difficoltà a perseguire forti e coerenti azioni politiche, la politica stenta a governare processi sociali ed economici così complessi e integrati. Ma la risposta non è negare le difficoltà, dobbiamo rafforzare i processi di legittimazione democratica rafforzando le istituzioni. In materia di Europa, l’eliminazione della differenza di crescita in Italia e in Europa è nostro obiettivo. La politica fiscale di spesa pubblica dovrà puntare a una crescita stabile e sostenibile. In Europa verranno portati con forza questi temi per una nuova governance. Siamo moderatamente ottimisti sul risultato di queste riflessioni e fiduciosi della nostra forza negoziale, perché siamo di fronte a una situazione in cui gli interessi dell’Italia vengono a coincidere con gli interessi dell’Europa e con l’obiettivo di prevenire un suo eventuale declino. L’Europa è la nostra casa, è la casa di noi tutti. Quale paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare una Europa più forte e più equa, con l’unione monetaria che tuteli i cittadini.

Sui privilegi della politica, abbiamo visto comprimere servizi fondamentali, ma sono rimasti intatti i privilegi della politica e i suoi sprechi. Questo governo intende agire con risolutezza. La lotta ai privilegi e agli sprechi non è una questione meramente simbolica: se i comuni cittadini affrontano mille difficoltà e umiliazioni, non è tollerabile che la classe politica non ne tragga le dovute conseguenze in ordine al suo trattamento economico. È una questione che deve interessare tutti perché diversamente si rompe il patto di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Occorre tagliare le pensioni, introducendo il sistema previdenziale dei normali pensionati. Le cosiddette pensioni d’oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio da contrastare: interverremmo sugli assegni superiori ai 5mila euro mensili. Opereremo risparmi in tutte le sedi possibili, convinto che conseguiremo risultati significativi ricavando ampi spazi di intervento.

In materia di giustizia il nostro obiettivo è ricostruire la fiducia dei nostri cittadini sul tema. Non è venuta meno la domanda di giustizia, ma i processi costano troppo e durano troppo a lungo. Questo vale per i cittadini e per le imprese, con la conseguenza che la scarsa efficienza del sistema giustizia si sta rivelando un limite alla crescita economica. Nel contratto di governo si parla di semplificazione e riduzione dei processi, abbassamento dei costi di accesso alla giustizia. Inaspriremo le pene per il reato di violenza sessuale, oltre all’equo indennizzo a favore delle vittime. Assicureremo la certezza della pena, onde evitare che i cittadini onesti perdano fiducia nella giustizia. Ove necessario, aumenteremo il numero di istituti penitenziari anche al fine di assicurare condizioni migliori alle persone detenute. Riformeremo anche la prescrizione: deve essere restituita alla sua funzione originaria, non deve essere ridotta a mero espediente per sottrarsi al giusto processo. Contrasto della corruzione e dei poteri criminali: rafforzeremo le strategie di contrasto. Aumenteremo le pene per i reati contro la pubblica amministrazione, con il Daspo per corrotti e corruttori. Rafforzeremo l’azione degli agenti sotto copertura in linea con la convenzione di Merida. Saranno maggiormente tutelati coloro che dal luogo di lavoro denunceranno. Contrasteremo con ogni mezzo le mafie, aggredendo le loro finanze, le loro economie e colpendo le reti di relazioni che consentono alle organizzazioni criminali di rendersi pervasive nell’ambito del tessuto socio-economico.

Il conflitto d’interessi è un tarlo che mina il nostro sistema sin nelle sue radici e impedisce che il suo sviluppo avvenga nella legalità. Soggetti che sono istituzionalmente investiti di perseguire l’interesse collettivo, in realtà vengono sovente sorpresi a perseguire il loro tornaconto personale. Rafforzeremo la normativa attuale fino a comprendere le ipotesi di conflitto sino a qualunque utilità, anche indiretta, che la gente possa ricavare dalla propria posizione e dalla propria iniziativa. Occorre rafforzare inoltre le garanzie e i presidi utili a garantire l’insorgenza di potenziali conflitti.

In materia di reddito e pensione di cittadinanza. Anche in Italia le povertà si sono allargate. A chi vive in disagio socioeconomico è precluso di sviluppare a pieno la propria personalità. L’obiettivo del governo è garantire un sostegno al reddito alle famiglie più colpite dal disagio socio-economico. Il beneficio verrà commisurato alla composizione del nucleo familiare e sarà condizionato al reinserimento lavorativo. Ci proponiamo, in una prima fase, di migliorare i centri per l’impiego. Nella seconda fase verrà poi erogato il sostegno economico vero e proprio. Interverremo anche in favore dei pensionati con una pensione di cittadinanza.

Immigrazione. Un primo banco di prova del nuovo modo in cui vogliamo dialogare è certamente la disciplina dell’immigrazione. È a tutti evidente che la gestione dei flussi finora attuata ha rappresentato un fallimento. L’Europa ha consentito chiusura egoistiche di alcuni paesi che hanno finito per scaricare onori e difficoltà sul nostro paese. Per questo chiederemo con forza il cambio del trattato di Dublino, al fine di realizzare sistemi automatici di ricollocamento dei richiedenti asilo. Fin dal primo positivo colloquio avuto con la cancelliera Merkel ho rimarcato l’importanza di questo tema. E le successive dichiarazioni rilasciate dalla medesima dimostrano come stia emergendo la consapevolezza che l’Italia non possa essere lasciata da sola di fronte a tali punti. Noi vogliamo che le procedure per lo stato di rifugiato siano certe e veloci, anche per garantire loro maggiori diritti e non lasciarli nell’incertezza. Noi difendiamo e difenderemo gli immigrati che arrivano regolarmente sul nostro territorio, si inseriscano nelle nostre comunità lavorando e rispettando le leggi, e offrendo un contributo decisivo allo sviluppo del Paese. Ma dobbiamo non solo combattere lo sfruttamento del traffico di esseri umani, dobbiamo anche riorganizzare il sistema dell’accoglienza, assicurando trasparenza eliminando ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata.

Non siamo e non saremo mai razzisti. Non siamo affatto insensibili, una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorni or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo.

Flat Tax, Sanità e Burocrazia Ci ripromettiamo di introdurre misure rivoluzionarie che conducano a una integrale revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese. L’obiettivo è la flat tax, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali. Un concetto deve essere qui ribadito con assoluta chiarezza: occorre inasprire l’esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori. Il documento di economia e finanza, credo che sia a voi noto, è stato già deliberato prevede una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo Governo invertire questa tendenza per garantire la necessaria equità nell’accesso alle cure. Le differenze socioeconomiche non possono, non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i cittadini del nostro Paese. 

Conte annuncia inoltre la riforma del Terzo Settore, interventi in relazione alla diffusione di internet sul territorio italiano, lo smantellamento della burocrazia che soffoca le aziende italiane, soprattutto le piccole e medie imprese, e il rilancio degli investimenti pubblici che possono essere un volano per l'economia ma che al momento risultano bloccati da lacci e lacciuoli burocratici e formalistici. "Bisogna garantire il rispetto dei tempi di consegna delle opere ma anche la qualità dei servizi erogati ai cittadini".

Permettetemi di dedicare le ultime battute al Parlamento e ai gruppi di opposizione. Ai gruppi che si collocheranno all’opposizione, voglio dire che questo governo non è espressione del vostro sentire, ma si apre anche alle vostre valutazioni, nel rispetto dei ruoli. Qualora decideste di non sostenerci, vi chiedo di applicare le vostre prerogative in modo costruttivo e legale. Le istituzioni non sono patrimonio di una sola forza politica, ma sono la casa di tutti gli italiani e segnano la qualità del nostro ordinamento giuridico e del nostro vivere civile. Una opposizione, anche ferma, ma leale e costruttiva, è il sale della dialettica politica e serve per il buon funzionamento dell’istituzione parlamentare e dell’intero sistema democratico. Anche al fine di ridare centralità del Parlamento, vi anticipo che è mia intenzione applicare l’istituto delle interrogazioni parlamentari. Per questa via sarà possibile confrontarci costantemente. Personalmente mi impegno a rispettare le opinioni dissenzienti e a veicolare all’interno della compagine di governo le posizioni che torneranno utili. Saremo anche disponibili a valutare in corso d’opera l’apporto di altri gruppi e anche l’adesione al contratto di governo, offrendo anche un apporto più stabile alla realizzazione del nostro programma.

Un pensiero ai terremotati: la mia prima uscita pubblica in Italia sarà dedicata a loro. Il popolo si è espresso, ha chiesto il cambiamento, adesso la parola sta a voi. Il vostro voto di oggi sarà parte della storia del nostro Paese.

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