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Il cardinale George Pell condannato a 6 anni. Il giudice: “Abusi umilianti su ragazzini 13enni”

Il cardinale australiano è il più alto funzionario della Chiesa Cattolica ad essere stato condannato per violenza sessuale sui minori: i fatti risalgono a quando era arcivescovo di Melbourne. Pell è ancora di fatto il Capo della Segreteria per l’Economia del Vaticano.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Cardinale George Pell è stato condannato a 6 anni di carcere per pedofilia con pena minima di 3 anni e 8 mesi. Il 77enne, ex consigliere stretto di Papa Francesco, è il sacerdote di più alto grado nella gerarchia ecclesiastica ad avere mai ricevuto una condanna per abusi sessuali: è stato giudicato colpevole di aver violentato due ragazzi del coro alla cattedrale di St. Patrick's Cathedral, a Melbourne, perpetrati negli anni Novanta. La colpevolezza dell’uomo di chiesa era già stata riconosciuta in primo grado, ora è arrivata anche l'entità della condanna. Pell ha sempre professato la sua innocenza e i suoi legali hanno presentato appello, che sarà udito il 5 e 6 giugno.

"Abusi umilianti del cardinale su 13enni"

Il giudice Peter Kidd della County Court del Victoria, che ha letto per un'ora la sentenza in diretta tv, ha descritto gli abusi di Pell come “un attacco sessuale alle vittime sfrontato e forzato”. “Gli atti erano sessualmente evidenti, entrambe le vittime erano visibilmente e udibilmente angosciati durate le molestie. Vi è stato un ulteriore livello di umiliazione che ciascuna delle tue vittime deve aver provato nel sapere che l'abuso avveniva in presenza altrui” ha spiegato Kidd. Il giudice ha quindi osservato che le violenze commesse dal cardinale hanno avuto “un impatto significativo e di lunga durata” su una delle vittime, identificato come J: “Hha subito una serie di emozioni negative con cui ha lottato per molti anni, aggravate da problemi di fiducia e di ansia. Ho tenuto conto del profondo impatto che i reati hanno avuto sulla vita di J”.

Una delle vittime di Pell è morta di overdose

Il giudice ha aggiunto di non avere avuto la possibilità di una dichiarazione di impatto dell'altra vittima, identificato come R e morto per overdose di eroina nel 2014. “Tuttavia in base alle dichiarazioni di J sono in grado di dire che i reati commessi hanno avuto un impatto immediato e significativo su R. Mentre non è possibile quantificare il danno causato su R nel corso degli anni; non ho dubbio che tale impatto sia stato significativo” ha detto ancora Kidd.

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