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Il Canada accoglie i parenti di Aylan, il bimbo siriano annegato in Turchia

Il piccolo Aylan Kurdi è diventato simbolo del dramma dei migranti: il bambino è morto a settembre insieme alla mamma e al fratellino nel disperato tentativo di raggiungere l’Europa.
A cura di Susanna Picone
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Alcuni familiari di Aylan Kurdi, il bambino di tre anni annegato lo scorso settembre in mare e trasportato dalle onde sulle spiagge di Bodrum, in Turchia, sono stati accolti a Vancouver, in Canada, da alcuni parenti. Alcune settimane fa era stata una zia del bimbo diventato simbolo del dramma dei migranti a dire che la richiesta del fratello Mohammed e della sua famiglia di essere accolti come rifugiati era stata accettata dal governo canadese. La zia del bambino, Fatima Kurdi, vive in Canada già dal 1992. Il fratello di Fatima è arrivato a Vancounver insieme alla moglie e ai cinque figli: “Sono felice, molto felice”, ha detto ai giornalisti all'aeroporto. Abdullah, il padre di Aylan, ha invece rinunciato a emigrare in Canada – Paese che inizialmente avrebbe voluto raggiungere insieme alla moglie e ai figli morti a settembre – e ora vive in Iraq.

L'appello del papà di Aylan – Nei giorni scorsi Abdullah Kurdi ha voluto lanciare un appello per chiedere al mondo di “aprire le porte” ai rifugiati in fuga da conflitti e persecuzioni. “Il mio messaggio è che vorrei che il mondo intero apra le porte ai siriani”, così in un video. “È molto duro vedersi sbattere la porta in faccia, ma quando la porta si apre, allora non ci si sente umiliati”, ha detto il papà di Aylan che ha perso in quel tragico naufragio sua moglie e i suoi figli. Abdullah Kurdi ha anche chiesto di considerare il dolore dei genitori e dei bambini in cerca di pace e sicurezza. Vittima di uno dei tanti naufragi nel tratto di mare tra la Turchia e la Grecia, la foto del corpicino senza vita di Aylan aveva scosso l'Europa e ha contribuito a far scattare l'ondata di solidarietà che ha visto in particolare la Germania aprire le frontiere ai profughi siriani.

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