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Il bagno per disabili dell’Autogrill è chiuso, viaggiatore in carrozzina risarcito con 600 euro

All’uomo era stato spiegato che “la toilette si apre solo quando ci sono gli addetti alle pulizie”. Così si è rivolto al servizio legale anti discriminazione che ha fatto ricorso in Tribunale. E così ha ottenuto giustizia.
A cura di Biagio Chiariello
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Bagno inaccessibile? Hai diritto ad un risarcimento di 600 euro. È la storia di un disabile, in carrozzina, che mentre sta viaggiando lungo un'autostrada del Nord Italia – l’A22 del Brennero – decide di fare una sosta in Autogrill, uno di quelli contrassegnati dal simbolo dell'accessibilità. E il locale in effetti è senza barriere architettoniche, così come pure la toilette. Il problema è non ci si può entrare: le chiavi del bagno per i portatore di handicap sono state affidate agli operatori delle pulizie, i quali però si recano in Autogrill solamente in determinate fasce orarie. Se loro non sono presenti, il bagno non è utilizzabile.

Una storia che testimonia ancora una volta quando sia complicata la vita dei disabili in Italia, ma anche che non bisogna mai rassegnarsi alle ingiustizie. L'invalido, infatti, dopo quell'esperienza, contatta il servizio legale antidiscriminazione della Sidima (Società italiana disability manager) e, alla fine, incassa un risarcimento di 600 euro. Inoltre all'uomo è stato promesso che le chiavi del bagno, dell'autogrill sull'autostrada del Brennero, da oggi saranno affidate al personale del bar. Il disabile è stato assistito da un avvocato di Venezia che, inizialmente, aveva inviato diverse raccomandate all'azienda senza ottenere risposta.

“Transazioni del genere avvengono di frequente – spiega a Motta Rodolfo Dalla Mora (nella foto), presidente di Sidima – perché le aziende preferiscono evitare lunghi e costosi procedimenti legali, specialmente quando il loro errore è palese. Purtroppo, poche persone lo sanno: siamo così abituati a subire disservizi di ogni genere che li riteniamo ‘normali’ e irrisolvibili. E ci rassegniamo a sopportarli. Invece anche questi disservizi sono discriminazioni, vietate dalla legge, per le quali possiamo ottenere giustizia”. Dalla Mora evidenzia che molte persone con disabilità a volte preferiscono chiudere un occhio, spaventate da tempi e costi delle azioni legali. “Dobbiamo sfatare questo mito – spiega il presidente di Sidima – perché spesso i risarcimenti accordati includono anche le spese legali, per cui il cittadino alla fine non spende niente, anzi magari gli resta in tasca qualcosa”.

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