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“I profughi sono clandestini difficilmente integrabili”. Sussidiario sotto accusa: “Razzista”

Sotto accusa un paragrafo sull’immigrazione, contenuto in un sussidiario in uso alle scuole elementari, nel quale si accostano i profughi e richiedenti asilo ai clandestini e si sostiene siano difficilmente integrabili. Fedeli: “Attiveremo le opportune verifiche”.
A cura di Charlotte Matteini
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I profughi sono clandestini difficilmente integrabili. Si potrebbe riassumere così il senso del breve capitoletto contenuto all'interno del sussidiario "Diventa protagonista" – scritto da Berardi, Giorgi e Rubaudo per l'editore Il Capitello – in uso nelle classi quinte di diverse scuole elementari italiane che sta provocando un intenso dibattito sui social. Il contenuto del paragrafo ha scatenato un'accesa polemica e ha attirato l'attenzione dell'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che ha provveduto a segnalare il fatto al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, chiedendo un suo intervento. "Questi libri sono stati adottati per formare i cittadini di domani all'intolleranza. Chi ha scelto questo testo?", ha commentato l'ex sindaco di Lampedusa. Al momento il ministro Fedeli non ha ancora replicato alla domanda del sindaco Nicolini.

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"È aumentata la presenza di stranieri provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nordafrica. Molti vengono accolti nei centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge. Nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti", queste le dieci righe della discordia apparse sul sussidiario per le scuole elementari.

Il contenuto del paragrafo, però, non è l'unico elemento del sussidiario finito al centro della polemica. Nella copertina del libro, infatti, sono illustrati un bambino vestito da ingegnere alle prese con l'osservazione di alcune carte e una bambina vestita da ancella con un vaso in testa. Molti genitori alla vista della copertina hanno protestato e sostenuto che questo accostamento contribuerebbe a instillare nei bambini pregiudizi e diffondere il germe della discriminazione di genere.

L'editore respinge le accuse al mittente

“Tipica polemica all’italiana. Non c’è scritto che i profughi sono clandestini, ma che molti stranieri vengono accolti nei centri per profughi e sono clandestini. Quelli che arrivano sui barconi non hanno il permesso di soggiorno, no? E mi sembra che siano clandestini. Se abbiamo scritto qualcosa di sbagliato chiederemo a tutti di darci dei suggerimenti per una correzione idonea che possa dare spiegazioni con termini semplici, visto che ci rivolgiamo a bambini delle elementari”, ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano l'editore Alessandro Castellano."È l’insegnante che decide quale libro adottare. Quelle righe, poi, sono estrapolate dal contesto: nel libro si parla anche altrove del problema del razzismo”.

Con riguardo all'altra polemica, quella relativa alla copertina, Castellano spiega: “I bambini rappresentano le quattro materie del sussidiario: la ragazzina è la storia, è un’ancella greca. Il ragazzino rappresenta la geografia, l’altro bimbo è lo scienziato e poi ci sono i numeri che indicano la matematica. Per la storia potevamo mettere, non so, un bambino vestito da soldato. Ma poi ci avrebbero detto che inneggiamo alla guerra. In ogni caso anche qui chiedo suggerimenti e andremo eventualmente a porre rimedio”.

La replica del ministro Fedeli

"L’educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con un linguaggio rispettoso. Bisogna fornire alle studentesse e agli studenti strumenti oggettivi, analitici e approfonditi, diversamente si fa cattiva educazione. Il Miur ha un confronto aperto con l’Associazione degli Editori (AIE) a cui trasferiremo le segnalazioni ricevute, affinché si attivi per le opportune verifiche”, ha commentato il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli.

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