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I paesi islamici contro Trump e Israele: “Gerusalemme Est è la capitale palestinese”

L’Organizzazione della Cooperazione islamica (Oic), composta da 57 nazioni di fede musulmana per oltre un miliardo e mezzo di persone, invita “tutti i Paesi a riconoscere lo Stato di Palestina e Gerusalemme Est come sua capitale occupata”.
A cura di Davide Falcioni
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L'Organizzazione della Cooperazione islamica (Oic), riunita a Istanbul in seduta straordinaria e composta da 57 nazioni, dichiara "Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina" e invita "tutti i Paesi a riconoscere lo Stato di Palestina e Gerusalemme Est come sua capitale occupata". Nel documento finale si dice inoltre che, se l'Onu non agirà contro la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d'Israele, l'Oic denuncerà questa "violazione" davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Le 57 nazioni dell'Organization of the Islamic Cooperation, che possono contare complessivamente in oltre un miliardo e 600milioni di abitanti, hanno sottoscritto un documento di 23 punti e condannato la dichiarazione "pericolosa, illegale e illegittima" di Donald Trump, che nei giorni scorsi aveva assunto l'impegno affinché Gerusalemme diventasse la capitale di Israele. L'Oic ha anche chiesto "la fine dell'occupazione israeliana della terra dello Stato di Palestina". I Paesi islamici ribadiscono inoltre il loro supporto alla "soluzione dei due Stati", apprezzando il "consenso internazionale" contro la mossa di Trump come "un messaggio di forte sostegno ai diritti dei palestinesi e alla loro giusta causa". Qualora il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non agirà contro il riconoscimento da parte di Donald Trump di Gerusalemme come capitale di Israele, i Paesi aderenti all'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) denunceranno tale "violazione" di fronte all'Assemblea Generale dell'Onu.

Nel frattempo è di oggi la notizia che un gruppo di circa 40 coloni israeliani mascherati sono entrati nel villaggio palestinese di Burin in Cisgiordania "lanciando pietre alle case". Lo ha fatto sapere uno portavoce dell'esercito israeliano, citato dai media secondo cui i soldati, arrivati sul posto, hanno allontanato i coloni dal luogo. L'esercito ha sottolineato che interverrà ogni volta "si ripetano simili eventi".

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Il guardiano delle chiavi del Santo Sepolcro non incontrerà il vice di Trump

Intanto Adib Joudeh al-Husseini, guardiano delle Chiavi del Santo Sepolcro a Gerusalemme, ha reso noto che non incontrerà il vicepresidente Usa Mike Pence quando arriverà in visita, la prossima settimana, in città. "Non riceverò Pence – ha detto, citato dalla Wafa – come espressione del mio assoluto rifiuto della decisione del presidente Trump su Gerusalemme". Husseini ha fatto appello anche al Patriarca greco ortodosso Teofilo III e al Custode di Terra Santa Francesco Patton "a boicottare la visita di Pence". La famiglia musulmana degli Joudeh al-Husseini detiene le Chiavi del Santo Sepolcro da almeno 800 anni insieme all'altra famiglia, sempre araba, dei Nusseibeh che è responsabile invece dell'apertura delle porte del luogo sacro e dell'ingresso dei fedeli.

UE contro Trump: "Soluzione due popoli, due stati"

Contro la soluzione ipotizzata da Trump anchel'Unione Europea, che ribadirà la posizione già espressa due giorni fa a Benjamin Netanyahu: l'UE è per una soluzione a due Stati e contro qualsiasi decisione che possa compromettere il raggiungimento di questo obiettivo. È quanto si è appreso alla vigilia del summit europeo. I leader Ue, salvo colpi di scena, adotteranno una dichiarazione attualmente in corso di definizione.

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