I marò italiani verso la libertà. Anzi no

Abbiamo due buone notizie e una cattiva sul caso dei marò detenuti in India. Partiamo dalle buone: la prima è relativa alla decisione della Corte Suprema di New Delhi che ha accolto il ricorso italiano sull’incostituzionalità della prigionia dei due fucilieri italiani del Reggimento San Marco. L'altra arriva dalle famiglie dei due pescatori uccisi – secondo l'accusa indiana- il 15 febbraio al largo del Kerala, che hanno ricevuto 10 milioni di rupie ciascuna (circa 150 mila euro), come «donazione "ex gratia"» da parte del governo italiano. Subito dopo l'accordo i parenti di Gelastine e Ajeshj Binki, hanno perdonato «i nostri fratelli italiani» e hanno fatto sapere che rinunceranno a esercitare qualsiasi azione legale contro Salvatore Latorre e Massimiliano Girone.
La cattiva notizia è che l'India ha ribadito che il caso dei due marò «rientra nella nostra giurisdizione». Non cambia di una virgola, dunque, la posizione del governo di Nuova Delhi sull'incidente avvenuto a bordo della Enrica Lexie. A precisarlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin, che in ogni caso ha affermato che «il governo si adeguerà al responso della Corte Suprema» di New Delhi che, dopo le ferie di cui ha goduto la giustizia indiana, dovrebbe esprimersi il prossimo 8 maggio. «Sul caso ci sono opinioni diverse, l’ India è una democrazia» ha aggiunto la fonte ministeriale.
«Auspico che i nostri due marò possano tornare presto liberi in Italia» così si espresso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in un passaggio del suo intervento al Quirinale in occasione dell'incontro, legato al 25 aprile, con gli esponenti delle associazioni combattentistiche e d'arma. Tuttavia, a dispetto delle voci diffuse stamane su Twitter e alcuni blog, in relazione ad un imminente trasferimento dei due marò in una guest-house della polizia indiana, per la liberazione bisogna ancora aspettare: «La situazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è quella di sempre e non si attendono novità per quanto riguarda una sistemazione alternativa al carcere di Trivandrum». Lo ha precisato all'ANSA una fonte della delegazione italiana che si trova in Kerala per seguire la vicenda.