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Hashish e cocaina a casa della maestra che insultò la polizia a Torino

Durante una perquisizione sono stati trovati piccoli quantitativi di stupefacenti a Flavia Cassaro, la maestra già licenziata per aver insultato i poliziotti durante un corteo a Torino.
A cura di Davide Falcioni
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Altri guai in vista per Flavia Lavinia Cassaro, l'insegnante che lo scorso 22 febbraio durante una manifestazione contro Casapound organizzata a Torino inveì contro gli agenti di polizia schierati per evitare che centri sociali e militanti di estrema destra venissero a contatto. Nell'abitazione della donna sono stati rinvenuti alcuni grammi di stupefacenti: 2 di cocaina e 1,4 di hashish. La maestra vive in uno stabile occupato che si trova in corso Novara, nel capoluogo piemontese. Nel mirino degli agenti è finito l'intero stabile, e l'obiettivo dei poliziotti era un cittadino marocchino residente nello stesso complesso. Nel suo alloggio sono stati trovati altri 14 grammi di hashish. A casa di Cassaro, che ha ricevuto una sanzione amministrativa, anche un grinder per sminuzzare la marijuana, accessorio il cui possesso è assolutamente legale. Stando a quanto riferito da La Stampa sarebbe stata proprio Cassaro a indicare agli agenti gli stupefacenti, che erano appoggiati su un tavolo.

La storia di Flavia Lavinia Cassaro era balzata alle cronache per le frasi rivolte a degli agenti di polizia in assetto antisommossa, frasi pronunciate in un momento di forte concitazione e pochi istanti dopo una carica. Nonostante ciò  la donna era stata sospesa dall’insegnamento e a giugno anche licenziata, con la motivazione di aver agito "in grave contrasto con i doveri inerenti alla funzione di educatrice nonché per attività dolosa che ha arrecato grave pregiudizio alla Scuola e alla pubblica amministrazione".  Ad alcuni giornalisti, incontrati pochi giorni dopo la notifica del provvedimento di destituzione, Cassaro, assistita dal sindacato Cub Scuola, aveva detto: "Ho fatto una sciocchezza, ma il licenziamento è eccessivo. È una punizione ingiusta rispetto all’errore che ho commesso".

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