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Grillo prova ad abbassare i toni: “Stiamo calmi, questa è politica. Il confronto proseguirà”

Beppe Grillo in versione ‘pompiere’: il garante del MoVimento 5 Stelle prova a spegnere il fuoco delle polemiche nate dopo lo scontro tra il governo M5s-Lega e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Grillo non parla di impeachment, anzi esorta a stare calmi perché quello che c’è oggi è confronto, politica e deve andare avanti “con mezzi diversi dalla violenza”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Prova ad abbassare i toni e a calmare le acque Beppe Grillo, garante del MoVimento 5 Stelle, sull'attuale situazione politica e sulla crisi dopo la rinuncia all'incarico di Giuseppe Conte e lo scontro con il capo dello Stato. E per farlo sceglie di pubblicare un suo intervento sul Fatto Quotidiano. Parole poi riprese in un post sul suo blog, con cui cerca di placare la polemica e spiegare che tutto ciò che sta avvenendo non è altro che politica, un confronto tra diverse posizioni e niente più. “Sento definire quello che è successo come drammatico, incredibile e un gravissimo scontro istituzionale, in un crescendo di allarmati e allarmanti squittii – esordisce Grillo -. Eravamo talmente abituati all’idea che ‘politica’ significasse correre dietro a personaggi scandalosamente impresentabili da confondere la cronaca rosa shocking delle loro demenziali imprese. Ci siamo fatti confondere per venti anni dalle dispute fra lo Psiconano e De Benedetti, dalle imprese di Formigoni e dalle pirloette degli eredi del Pci sino a dimenticarci che cosa fosse la politica”.

Grillo argomenta la sua posizione:

Mentre il paese era distratto dalla definizione della nuova unità di misura della degenerazione istituzionale era in corso la cessione della sua sovranità e della sua stessa aria a chiunque fosse in grado di comprarsela al ribasso. Oggi, finalmente giunti ai primi veri scontri fra modi diversi di intendere la cosa pubblica, sento che questo viene chiamato caos. Accidenti, era così radicata l’idea che parlare di politica significasse solo inseguire nipoti (da Letta a Ruby) e orchestrare dibattiti sul nulla che assistiamo al disorientamento assoluto di fronte alla ripresa del confronto politico, anche duro. L’establishment è riuscito a bloccarci? Ok, fa parte del gioco! Non siamo certo affetti dalla sindrome dell’adolescente ribelle che spera che, alla fine, il padre gli dia ragione.

Il garante del M5s si sofferma anche sul ruolo avuto dal presidente della Repubblica, senza però fare alcun riferimento allo stato d’accusa che in molti – tra le fila dei Cinque Stelle – continuano a chiedere: “Mattarella ha intortato le cose oppure ha fatto lo sgambetto alla democrazia? Lo vedremo, ma quello che invece è sicuro riguarda il cuore della contesa: c’è chi vuole vivere inginocchiato alle ragioni della finanza e dei suoi azzardi e chi non lo vuole. C’è chi vorrebbe continuare a consegnarci alla speculazione e chi no, neppure importano le ragioni oscure e recondite che portano i primi a comportarsi così. Non serve capirne la storia (che probabilmente non hanno) oppure denunciarne le intenzioni. È inutile perché le loro posizioni sono scoperte finalmente mentre le nostre lo sono sempre state. Quello che ne seguirà si chiama semplicemente politica: il confronto fra interessi diversi combattuto con mezzi diversi dalla violenza, dopo avere denudato la casta questo era il nostro obiettivo più importante: un paese che tornasse a porsi i temi che contano per il suo futuro. Certo, sarebbe stato meglio non perdere altro tempo a cottarellarci al sole filtrato da un’aria così difficile da respirare, ma il confronto proseguirà: questa è la politica, bellezze!”.

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