Gli elettori del M5S bocciano un’alleanza con il Pd

Nel Movimento Cinque Stelle in questi giorni ferve il dibattito pubblico su alleanze e voti in Parlamento che ha creato una sorta di spaccatura interna agli attivisti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'appoggio palese di alcuni neoeletti al nome di Grasso come Presidente del Senato che ha scatenato le ira di Grillo che ha chiesto le dimissioni dei dissidenti. Come spiega Renato Mannheimer sul Corriere della Sera in realtà lo scontro è solo il sintomo della natura estremamente composita della base elettorale ma anche dei parlamentari  del Movimento che infatti ha raggruppato intorno a sé istanze molto diverse tra loro. Una differenziazione che si manifesta dunque anche nella scelta se appoggiare o meno un governo Pd o se far parte di una coalizione con i Democratici.

Gli attivisti meno propensi ad alleanze – Anche se è vero che ad oggi il 77% di quanti hanno scelto il M5S alle elezioni si dichiara contrario a concedere la fiducia a un esecutivo che veda la presenza dei partiti tradizionali, va rilevato però che quasi un elettore grillino su quattro assume una posizione diametralmente opposta. In realtà come fa notare Mannheimer la differenza sostanziale è soprattutto fra coloro che hanno votato M5S senza parteciparvi attivamente, circa il 30% dell’elettorato del M5S,  e coloro che invece sono impegnati nel promuovere ad esempio dibattiti e raccolte firme. Se tra questi ultimi infatti la maggioranza assume una posizione di maggior chiusura, tra i primi ci sono molti che invece sono più possibilisti per un'alleanza con il Pd. Questi ultimi sono il segmento di elettori che potrebbe essere in qualche modo recuperato dai partiti tradizionali a patto che questi propongano scelte coerenti con la voglia di rinnovamento espresse dagli elettori.