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Fassina: “Renzi era il capo dei 101 che affossarono Prodi”

Il deputato del Partito Democratico ancora a gamba tesa nei confronti di Matteo Renzi: “Non è un segreto, ma noi non faremo i franchi tiratori. Siamo persone serie”.
A cura di Redazione
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Continua il duello a colpi di dichiarazioni, commenti e frecciatine in casa democratica, con i contraccolpi dello strappo concretizzatosi nella votazione sull’Italicum al Senato che cominciano a farsi sentire. Questa volta, ad alimentare le polemiche è una dichiarazione dell’ex responsabile Economia del Pd, il deputato Stefano Fassina, da tempo notoriamente critico nei confronti della linea del segretario del partito Matteo Renzi. E proprio all’area renziana Fassina riserva l’ennesima stoccata, rispondendo ad una domanda sulla possibilità che i deputati della minoranza del Pd votino in maniera diversa dai loro colleghi al momento di eleggere il nuovo Capo dello Stato: “A differenza di quelli che oggi chiedono disciplina e due anni fa hanno capeggiato i 101, noi siamo persone serie. Nessuno deve temere da noi i franchi tiratori”.

Il riferimento è ovviamente al siluramento di Romano Prodi, candidato dall’allora segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani e bocciato sonoramente dal Parlamento in seduta comune: furono 101 i voti che mancarono all’appello e tutti provenienti dall’interno del Partito Democratico, dal momento che l’allora leader di Sel Nichi Vendola scelse di far riconoscere i voti della sua area (i grandi elettori di Sinistra Ecologia e Libertà votarono infatti R. Prodi). 

Immediata la replica del braccio destro di Renzi all'interno del Partito Democratico, Lorenzo Guerini, che definisce quella di Fassina come "una sciocchezza incredibile". E anche su twitter i renziani attaccano (a partire proprio dal senatore Esposito):

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