Usa, studenti positivi vanno alle feste universitarie: picco di contagi nell’ateneo “modello”
120 casi di contagio tra gli studenti della Northern Illinois University (Niu) a Urbana-Champaign. Un focolaio che potrebbe essere stato innescato da alcuni ragazzi infetti che andavano alle feste nonostante avessero in tasca un test positivo al coronavirus. Una notizia che sta facendo molto discutere negli USA anche e sopratutto perché l'ateneo aveva organizzato un sistema rigoroso di sorveglianza, con test due volte a settimana agli universitari e accesso consentito in aule e campus con mascherine solo dopo controllo sulla negatività tramite un'App. Un piano allestito sulla base di un modello informatico ideato da un team di esperti, che aveva delineato i rischi da gestire, mappando i movimenti di circa 46 mila studenti, professori e personale di bar e café, e prendendo in considerazione ogni dettaglio, pure i party universitari, che coinvolgono più di 7mila studenti 3 volte a settimana, secondo il modello. Ogni dettaglio, tranne uno: il fattore umano.
Non tutti hanno seguito le regole: un numero sufficiente di giovani positivi al Covid ha continuato ad andare alle feste organizzate da alcune confraternite e da alcuno esterni al campus, anche dopo l'esito del tampone. "Se sai di essere positivo e vai a una festa, non è solo un brutto atto. È molto, molto pericoloso", aggiunge il collega del team, l'ingegnere Ahmed E. Elbanna. Ed ora l’ateneo è stato costretto ad adottare un mini-lockdown. "Ci aspettiamo che tutti gli studenti che risiedono nel campus e gli studenti universitari che vivono nella contea di DeKalb, limitino le attività e le interazioni di persona fino a lunedì 28 settembre", ha scritto in una lettera la presidente della Niu, Lisa C. Freeman. Ad ogni modo, dopo che l'ateneo è corso ai ripari, bloccando attività e limitando spostamenti, il numero di nuovi casi pare essere calato. "Il tasso di positività per i test è adesso di circa l'1%. È più alto di quanto vorremmo, ma sta scendendo", ha detto Rebecca Lee Smith, docente di epidemiologia. "Sono fiduciosa. Tutto ora sta andando nella giusta direzione".