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Guerra Ucraina-Russia

Unicef in missione in Ucraina, Iacomini: “Centinaia di bambini vivono ancora sotto terra, sono i veri eroi”

Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, racconta a Fanpage.it la sua missione in Ucraina: “Per molti bambini dormire è un sogno, da quattro anni ancora passano la maggior parte delle loro giornate nei bunker sotto terra. La pace? Troppe strategie, abbiamo perso di vista la situazione umanitaria”.
Intervista a Andrea Iacomini
portavoce Unicef Italia.
A cura di Ida Artiaco
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"A quattro anni dall'inizio della guerra in Ucraina ciò che colpisce è il numero di bambini che ancora oggi passano circa 6 ore al giorno sotto terra, nei bunker o nei sotterranei della metro. Passano cioè la maggior parte delle loro giornate a ripararsi. Sono loro i veri eroi".

A parlare è Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che torna a parlare dell'Ucraina, una delle 55 aree di guerra in tutto il mondo in cui da circa quattro anni continuano gli attacchi russi e dove sono già morti o sono stati feriti almeno 3100 minori. In Ucraina lui stesso ci è andato per una missione un anno fa e ha raccolto testimonianze e storie che ha messo insieme nel libro "La forza sia con te", edito a People e a cura di Daniela Maffuccini.

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Andrea, cosa rappresenta per te questo libro?

"Il libro racconta una missione che è durata 10 giorni e che ho fatto un anno fa in Ucraina per vedere i progetti che l'Unicef ha organizzato per i bambini nel Paese. Sono stato a Mykolaiv, a Kryvyi Rih, che è la città di Zelensky, siamo arrivati fino a Dnipro e poi siamo tornati indietro con un treno notturno che ha attraverso tutto il Paese e siamo rientrati da Odessa in Moldavia. Voglio sottolineare che tutti i proventi del libro sono destinati ai progetti dell'Unicef per i bambini ucraini, a cui forniamo soprattutto materiali per la notte, e cioè torce, power banks e gilet catarifrangenti, perché spesso non solo di giorno ma anche di notte sono costretti a studiare in condizioni difficili, perché per la maggior parte si trovano senza corrente elettrica".

Può darci qualche numero?

"Ci sono tre milioni e mezzo di persone senza elettricità, un milione e mezzo senza acqua potabile. Ma quello che più colpisce è il numero di bimbi che passano circa 6 ore al giorno sotto terra, nei bunker o nelle metro. Passano cioè la maggior parte della loro giornata a ripararsi".

Il titolo del tuo libro ha a che fare con questo aspetto?

"In parte sì. Il titolo fa riferimento ad un applicazione per il telefono che ci ha fornito il governo ucraino che mappa le zone del Paese e fa attivare automaticamente una sorta di sirena che suona per avvisare se c'è un attacco nei paraggi. Io ricordo precisamente quel suono, che puntualmente mi svegliava. La cosa che però più mi colpiva è che quando la app smetteva di emettere quel suono appariva sulla schermata del telefono una frase: "L'attacco è finito, la forza sia con te". Ecco, io penso spesso a quante volte questa frase risuona nella testa dei bambini ucraini da quattro anni a questa parte. In più, ho visto anche quanto questi minori sentano l'esigenza di dormire. Per molti è un sogno: sognano di dormire, non dormono per sognare".

Cosa si sente di dire – dopo aver visto con i suoi occhi cosa sta succedendo – a chi in questi giorni è impegnato a promuovere la pace tra Russia e Ucraina?

"Che siamo pieni di strategia, ma abbiamo perso di vista la situazione umanitaria. Anche per questo ho deciso di raccontarla attraverso le storie di questi bambini. Nessuno nasce eroe ma posso dire che i veri eroi sono loro, che resistono, disegnano e giocano nei sotterranei delle metro mentre fuori c'è il caos, e soprattutto che hanno una grande voglia di futuro".

Che scenario ci troviamo davanti?

"Credo che uno dei temi riguardi il tipo di pace che si vuole realizzare per questo popolo, che è stanco. Non c'è dubbio che sia un popolo che subisce, dove centinaia di donne e bambine sono in fuga. Ma gli ucraini vogliono una pace giusta, che non li penalizzi, che sia per tutti. Speriamo in qualcosa che non mortifichi nessuno, e soprattutto che tutti questi bambini riescano a tornare nelle proprie case. C'è poi il tema enorme dei bambini che si trovano in Russia e sono a rischio russificazione ma ci sono diplomazie al lavoro per questo. La ricostruzione deve partire dal ridare a questi bambini una casa. E teniamo alta l'attenzione sul fatto che l'Ucraina ha bisogno di fondi e sostegno per raggiungere questo obiettivo e siccome si spendono 3 bilioni di dollari in armi ogni anno la risposta del mondo alla pace non può essere altro che aiutare"

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