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Conflitto Israelo-Palestinese

Un palestinese ha denunciato il governo italiano per complicità con Israele nel genocidio a Gaza

Salahaldin Abdalaty, avvocato palestinese, ha citato in giudizio il governo italiano per “corresponsabilità civile” nelle “violazioni ai diritti umani commesse a Gaza dalle autorità israeliane”. L’uomo, 49 anni, ha chiesto l’immediato stop all’invio di armi e il ripristino dei finanziamenti all’UNRWA.
A cura di Davide Falcioni
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Salahaldin M. A. Abdalaty
Salahaldin M. A. Abdalaty
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Un avvocato palestinese di 49 anni fuggito dalla Striscia di Gaza ha citato in giudizio il governo italiano per la sua collaborazione con Israele nel massacro in atto dal 7 ottobre 2023. Salahaldin M. A. Abdalaty – questo il nome dell'uomo, profugo in Italia – ha depositato un ricorso al Tribunale di Roma chiedendo alla magistratura di intervenire con urgenza per vietare al governo ogni forma di complicità con le violazioni dei diritti umani da parte delle autorità israeliane a Gaza.

Assistito da un pool di avvocati del Foro di Torino (Gianluca Vitale, Stefano Bertone, Marco Bona ed Emanuele D'Amico) il giurista 49enne ha depositato al tribunale della capitale un ricorso con cui, richiamandosi a una serie di norme nazionali e internazionali, ha chiesto ai giudici di ordinare "con urgenza" alla Presidenza del consiglio e ai ministeri di esteri e difesa una serie di provvedimenti: tra questi figurano l'immediata imposizione del divieto di vendita e trasferimento di armi a Tel Aviv.

Salahaldin ha ricordato che l'Italia, ai sensi del diritto internazionale, ha l'obbligo giuridico di esercitare pressioni su coloro che si ritiene stiano commettendo crimini contro l’umanità e di genocidio, ai sensi, tra l'altro, dell'art. 1 del Protocollo 1 della Convenzione di Ginevra contro il genocidio. "L'assistenza attiva – si legge nella sua memoria – può costituire complicità ai sensi dell'art. 3 della Convenzione di Ginevra e comunque configura una responsabilità civile dello Stato italiano".

La causa intentata da Salahaldin elenca violazioni specifiche che si ritiene siano state commesse dal nostro Paese, inclusa la continua vendita di armamenti dopo l’inizio dell’aggressione, e chiede pertanto al Tribunale di ordinare il divieto di vendita o trasferimento di armi e materiali correlati, compresi software e materiali a duplice uso. Per l'avvocato i magistrati devono inoltre imporre il divieto di stipulare nuovi contratti relativi ad armi e ordinare l'annullamento di quelli firmati dopo il 7 ottobre 2023. I giudici dovrebbero anche imporre "il divieto di uso dello spazio aereo italiano per qualsiasi uso che possa essere correlato al trasferimento di armi e intelligence a Israele". Per finire vanno ripristinati i finanziamenti all’UNRWA, l’unica Agenzia dell’ONU che fornisce supporto umanitario all’interno della Striscia ai rifugiati palestinesi che costituiscono i due terzi della popolazione di Gaza.

Chi Salahaldin M. A. Abdalaty, l'uomo che ha denunciato il governo italiano

Salahaldin è un avvocato palestinese di 49 anni che, a causa dei pesanti raid israeliani al fosforo bianco, ha perso la sua casa, il suo quartiere e i suoi preziosi ricordi. Non solo: i bombardamenti hanno ucciso anche diversi membri della sua famiglia tra i quali sua madre, suo fratello, sua sorella e sua nipote Jude di 2 anni.

Per questo, dopo aver perso praticamente tutto, Salahaldin è fuggito dalla Striscia di Gaza tramite il valico di Rafah per mettere in salvo i propri figli, mentre il resto della famiglia è rimasta nell'enclave palestinese, in gravissimo pericolo. La decisione di fare causa al governo italiano è maturata negli ultimi mesi, in particolar modo dopo che la Corte d'Appello dell'Aia ha vietato al governo olandese di inviare parti dell'aereo F-35 in Israele a causa di un "chiaro rischio" di violazione del diritto umanitario a Gaza. Determinante è stato però anche il pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia che, su richiesta del Sudafrica, ha ordinato misure cautelari a Israele ritenendo “plausibile” la commissione di un genocidio.

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