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Guerra in Ucraina

Ucraina, anche gli anarchici in guerra: “Combattiamo dittatura e imperialismo di Putin”

Sono antifascisti e libertari, organizzati nel Resistence Comitee. “Siamo davanti ad un’invasione imperialista”. Così gli anarchici ucraini partecipano alla guerra contro l’esercito di Putin.
A cura di Antonio Musella
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L'invasione russa dell'Ucraina ha prodotto una guerra completamente asimmetrica rispetto ai conflitti armati che abbiamo conosciuto nel nuovo millennio. A combattere contro l'esercito di Putin in Ucraina c'è anche la componente anarchica, un movimento che in occidente si è sempre schierato contro i conflitti.

Nell'universo delle fazioni dei volontari che partecipano al conflitto c'è il Resistence Commitee (in ucraino Kamitet Supratsiv), che raggruppa circa un centinaio di anarchici provenienti da diversi collettivi o singole individualità che si sono aggregate alla resistenza armata. In questo momento sono attivi direttamente sul fronte caldo della guerra, in Donbass, e grazie alle reti di supporto dall'estero, sostengono anche la popolazione civile attraverso alcuni sindacati, donando aiuti umanitari e generatori di corrente. L'hanno chiamata "Solidariety Collectives", che raccoglie sottoscrizioni e aiuti principalmente da Germania e Stati Uniti.

Attraverso i social network, soprattutto su Instagram con la pagina @theblackheadquarter,  hanno lanciato un appello alla mobilitazione contro l'invasione russa, considerata oggi il principale nemico per la libertà di tutti. "Oggi l'epicentro della lotta contro la schiavitù è qui in Ucraina, la lotta degli ucraini dà speranza di liberazione a tutti coloro che sono oppressi dal putinismo" scrivono nel loro manifesto politico, dove specificano che "la giustizia è inimmaginabile per noi senza l'uguaglianza di genere , la tutela dell'ambiente e il superamento di ogni forma di discriminazione".

Scrivono inoltre che dopo la guerra lotteranno, tra le altre cose, per l'istituzione di assemblee popolari autogestite per l'autogoverno dei territori, per la cancellazione del debito estero dell'Ucraina, e per i servizi sociali gratuiti. Oltre alla lotta armata e alle attività di solidarietà con i civili, Resistence Comitee si occupa anche di media attivismo, con la pubblicazione di video e spot. Fanpage.it è riuscita ad intervistare uno dei combattenti del Resistence Commitee, si tratta di un ragazzo di origini russe, nome di battaglia Ilya Leshy.

Come è la situazione sul campo di battaglia in questo momento nelle regioni in cui si sta combattendo contro l'esercito russo?

Combattiamo nell'Est del paese, nel Donbass. Durante gli ultimi due mesi la situazione è diventata più difficile e intensa dove siamo noi. Il nemico ha concentrato un sacco di forze e sta tenendo posizioni abbastanza forti. Per tutti questi mesi entrambe le parti hanno cercato di avanzare intensamente senza notevoli cambiamenti sulla mappa. Combattere qui è davvero duro, doloroso ed estenuante. Ma noi non demordiamo e crediamo che le forze della tirannia si romperanno la loro spina dorsale qui.

La vostra è una coalizione, come è composta? E che rapporto avete con l'esercito regolare ucraino?

Resistence Commitee è una coalizione di individui e piccoli gruppi libertari, che partecipano alla resistenza armata contro l'invasione imperialista dello Stato russo. Tutte le persone tra noi che partecipano alla lotta sono o soldati regolari o “volontari”, con uno status specifico. Agiamo nei ranghi della “Difesa territoriale”, che sono dei gruppi di volontari, oppure delle forze armate dell'Ucraina, che in questo momento sono due entità combinate tra di loro. La nostra volontà di resistere contro l'invasore viene veramente dal basso, è organizzata quasi esclusivamente attraverso strutture di difesa in una cornice di unità di volontariato. Noi siamo organizzati autonomamente rispetto all'esercito, ma siamo subordinati a loro nelle operazioni militari.

Cosa ha spinto gli anarchici ucraini ad andare in guerra?

Abbiamo compagni di origini diverse nel Resistence Commitee, anche dalla Bielorussia e dalla Russia. Per tutti noi la natura politica di questa invasione è l'aggressione imperialista, si tratta di una dittatura, quella di Putin, che vuole la nostra riduzione in schiavitù, e va affrontata con la forza come legittima autodifesa. Siamo parte del popolo ucraino e della sua lotta di libertà, che oggi è una lotta per l'esistenza stessa del popolo ucraino. Questa è una condizione fondamentale per qualsiasi posizionamento politico in Ucraina nel contesto attuale, tutto il paese è coinvolto nella lotta contro l'invasione e noi ne siamo parte.

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Quali erano le vostre attività prima della guerra?

Svolgevamo diverse attività anarchiche e antifasciste. Avevamo un club anarchico, distribuivamo libri, gestivamo un cineforum. Personalmente, essendo di origine russa, mi sono concentrato molto sulla costruzione di rete nella diaspora anarchica/dissidente con la comunità degli esuli politici che vivono in Ucraina. Con alcuni compagni abbiamo iniziato a lavorare sulla rielaborazione delle strategie di movimento.

Anche gli estremisti di destra stanno combattendo, che rapporti avete con loro?

Sì, gli estremisti di destra sono presenti anche nelle forze di difesa dell'Ucraina. I nostri rapporti con loro sono limitati a contatti sporadici e occasionali durante il nostro servizio. Crediamo che la nostra capacità di misurarci con l'estrema destra in Ucraina dipende dalla nostra capacità di strutturarci come combattenti e come forza organizzata all'interno di questo conflitto militare.  Prima della guerra abbiamo avuto molti scontri con gli estremisti di destra, anche scontri fisici. Rimaniamo antagonisti ancora adesso chiaramente, ma ci capita di incontrarli nell'esercito sporadicamente. Ma se da questa guerra come anarchici ne usciamo più strutturati, sarà una buona base per combattere politicamente l'estremismo di destra in Ucraina.

Oltre agli anarchici anche la comunità LGBTIQA+ combatte in Ucraina, la resistenza armata è composta da molte anime politiche, qual è il vostro punto di vista?

Sicuramente la resistenza ucraina è composta da una incredibile diversità di opinioni politiche e correnti. Comunque, se parliamo di resistenza armata, tutta questa diversità si manifesta attraverso la cornice dell'esercito che ancora oggi dà generalmente poco spazio per espressione di posizioni politiche.

Avete anche una rete di supporto in Europa, ci spieghi come funziona?

Un sacco di compagni in Europa e negli Stati Uniti fin dall'inizio della guerra su larga scala hanno ha iniziato ad aiutarci. Soprattutto perché hanno visto alcune iniziative libertarie organizzate, come le iniziative di solidarietà verso i civili legate alla nostra componente antiautoritaria. Le connessioni e i legami con i compagni occidentali, grazie ai rapporti che alcuni di noi avevano già instaurato negli anni precedenti, hanno aiutato per organizzare una rete di supporto: "Solidariety Collectives". Si tratta di un'azione che ha visto decine di eventi e su questo i nostri compagni hanno compiuto notevoli sforzi, tutto l'aiuto che è arrivato da queste iniziative è difficile da stimare, è stato davvero importante anche da un punto di vista materiale, non solo politico. Molte delle raccolte sono state devolute alla popolazione civile attraverso i sindacati. Tuttavia dobbiamo dire che con il tempo l'interesse per la guerra in Ucraina si è ridotto e così il supporto e la solidarietà internazionale. Non del tutto, ma visibilmente.

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