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Ucraina, allarme malattie infettive: non solo Covid, ma anche polio, colera e morbillo

Secondo le principali organizzazioni della sanità mondiale, l’invasione della Russia non poterà solo a un aumento dei casi di Covid, ma potrebbe causare anche la diffusione di altre malattie infettive, come il colera, il morbillo e la poliomielite.
A cura di Enrico Tata
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Oltre alla guerra in Ucraina c'è anche un altro problema da non sottovalutare: l'emergenza sanitaria, che non è legata soltanto alle morti causate dai bombardamenti e alla pandemia da Sars-CoV-2. Secondo le principali organizzazioni della sanità mondiale, l'invasione della Russia non poterà solo a un aumento dei casi di Covid, ma potrebbe causare anche la diffusione di altre malattie infettive, come il colera, il morbillo e la poliomielite. Prima della guerra, ha spiegato all'Adnkronos la responsabile delle emergenze di Medici senza Frontiere, Kate White, i tassi di vaccinazione per queste malattie erano già molto bassi: "Siamo particolarmente preoccupati per il colera. Mariupol ha vissuto un'epidemia di colera nel 2011, quindi sappiamo che il batterio che causa il colera è presente nella regione. Inoltre, l'Ucraina ha avuto una bassa copertura vaccinale, quindi anche il rischio di altre malattie prevenibili con il vaccino, tra cui il morbillo e la diffusione della poliomielite, è elevato".

Questi dati sono confermati anche dall'Unicef, secondo cui il confinamento nei rifugi e la fuga delle famiglie dalle città "aggravano drammaticamente" i rischi di epidemie di polio e di morbillo, di malattie respiratorie e diarroiche, e del COVID-19. Tutto questo, tra l'altro, si inserisce in un contesto meteo che presenta spesso temperature ben al di sotto dello zero.

Anche il ministero della Salute italiano ha lanciato l'allarme in una circolare inviata alle Asl in merito all'accoglienza dei profughi in arrivo dall'Ucraina: oltre alla vaccinazione anti-Covid, infatti, i medici italiani devono proporre anche le profilassi di routine, perché "esiste un rischio di focolai epidemici di malattie prevenibili da vaccino nelle strutture deputate all'accoglienza".  In Ucraina, spiega il ministero, "si segnalano notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali  e al recente verificarsi di focolai epidemici, come l'epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt'ora in corso nel Paese. Tale situazione affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari". Per i cittadini maggiorenni non vaccinati o con stato vaccinale incerto, il ministero "raccomanda di offrire le seguenti vaccinazioni: difterite, tetano, pertosse; polio; morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza); varicella (valutare); epatite B in caso di screening negativo (valutare)".

Come detto, le malattie che preoccupano di più sono colera, poliomielite e morbillo. La poliomielite, per esempio, attacca il sistema nervoso e colpisce il midollo spinale con effetti sui muscoli delle gambe. L'infezione colpisce soprattutto i bambini e si stima che in Ucraina appena un bambino su due sia correttamente immunizzato. L'ultimo caso di polio in quel Paese, inoltre, è stato registrato lo scorso ottobre.

In un documento dell'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si spiega che fondamentale "garantire la continuità delle vaccinazioni di routine e colmare le lacune nelle precedenti vaccinazioni" per i cittadini in arrivo dall'Ucraina. "In questo contesto, assicurare la copertura vaccinale contro poliomielite, morbillo e COVID-19 dovrebbe essere una priorità. L'accettazione della vaccinazione deve anche essere valutata e affrontata tra coloro che fuggono dall'Ucraina". Per quanto riguarda il morbillo, nel documento si dice che le due dosi di vaccino sono state somministrate all'81 per cento della popolazione (dati 2020), una percentuale "insufficiente a prevenire i focolai. Il numero di casi segnalati in Ucraina è diminuito significativamente nel 2020 e nel 2021 rispetto ai due anni precedenti, il che può essere spiegato da misure non farmaceutiche come le chiusure a causa della pandemia di COVID-19. L'affollamento nei rifugi antiatomici e nei centri di accoglienza potrebbe facilitare l'inizio di un'epidemia di morbillo soprattutto perché la primavera coincide con la naturale stagionalità della malattia".

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