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Guerra in Ucraina

La Russia ha colpito l’Ucraina nel mezzo di una ondata covid con pochi vaccinati: rischio altissimo

La Russia ha colpito l’Ucraina nel mezzo di una nuova ondata di contagi covid in un Paese dove il tasso di vaccinazione è pericolosamente basso e si teme ora una nuova impennata di casi di coronavirus.
A cura di Antonio Palma
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La guerra scatenata dalla Russia ha colpito l'Ucraina nel mezzo di una nuova ondata di contagi covid in un Paese dove il tasso di vaccinazione è pericolosamente basso e si teme ora una nuova impennata di casi di coronavirus che potrebbero aggiungere altre sofferenze a cittadini e profughi. Un pericolo concreto come confermato anche dal nostro Ministero della Salute che prevede tra i profughi "Notevoli criticità dovute a basse coperture vaccinali" e per questo ha raccomanda alle regioni di fornire la vaccinazione anti-Covid per tutti in relazione "alla crisi in corso in Ucraina e in previsione dei conseguenti fenomeni migratori verso il nostro Paese". Il fatto è che già dalla fine di gennaio l'Ucraina stava affrontano una nuova impennata di casi di contagio da coronavirus dovuti a variante Omicron, acuita dalla bassa percentuale di vaccinati

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La conferma del rischio concreto per la popolazione ucraina è arrivata anche dall'Oms. "Prima del conflitto, l'Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di Covid-19. Insieme a una bassa copertura vaccinale, questo aumenta il rischio di grandi numeri di persone che possono sviluppare malattia grave" hanno spiegato dall‘Organizzazione mondiale della sanità. I dati raccolti fino allo scoppio della guerra con la Russia parlavano di una media di circa 27mila nuovi casi giornalieri ma con un picco di oltre 40mila e un numero di decessi covid in rapida risalita. Tutto questo con una  copertura vaccinale per il covid-19 che in Ucraina si aggira intorno al 35% della popolazione, una fra le più basse in Europa.

Dallo scoppio del conflitto ovviamente tamponi test e sorveglianza sono saltati completamente e nella confusione del momento, con assembramenti e promiscuità forzata nei rifugi o alle frontiere, il rischio è diventato altissimo. "I bassi tassi di tamponi da quando è iniziato il conflitto significano che è probabile che ci sia una significativa trasmissione del virus non rilevata" sottolineano dall'Oms. Per il consigliere del ministero Walter Ricciardi “Già prima dello scoppio della guerra il paese viveva sul fonte pandemico una situazione problematica, come tutto l’est Europa. Ora  quindi la situazione è ancora più grave”. Una situazione dunque potenzialmente esplosiva se la guerra continuerà a lungo visto che ormai in molte città gli ospedali sono al collasso per i feriti , gli approvvigionamenti di medicinali sono scarsi, in particolare l'ossigeno, e l'isolamento è impossibile.

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