Ucciso Yury Prilipko, il sindaco di Gostomel colpito mentre distribuiva cibo e medicine in Ucraina

Non ce l'ha fatta Yury Prilipko, il sindaco di Gostomel colpito dai proiettili in strada mentre distribuiva cibo e medicine ai suoi concittadini durante la guerra tra Russia e Ucraina . Il primo cittadino della città vicino Kiev è morto nelle scorse ore a causa delle gravissime ferite riportate durante un attacco dei russi alla città nei giorni scorsi. Prilipko era stto colpito e ferito gravemente tanto che si era diffusa la notizia della sua morte poi smentita. Il sindaco era sopravvissuto ma era rimasto ferito gravemente ed è morto ieri. Lo hanno annunciato via Facebook dal consiglio comunale di Gostomel, cittadina nel nord dell'Ucraina di poco più di 15mila abitanti ma sede di un aeroporto per il trasporto merci e fin dai primi giorni dell'invasione russa al centro dei combattimenti perché obiettivo delle forze armate russe.

L'insediamento urbano nei sobborghi di Kiev è diventato ampiamente noto dopo diversi giorni per gli aspri combattimenti attorno all'aeroporto, perso ripreso più volte dalle forze armate ucraine e russe. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha assegnato lo status di "città eroica" a Gostomel per la sua resistenza all'invasore. Una resistenza costata la vita a tanti cittadini e ora anche al suo sindaco che si è prodigato per assistere i suoi concittadini. "Yuri Ilyich Prilipko è morto distribuendo pane agli affamati e medicine ai malati, assistendo i feriti e confortando i disperati. Per questo, insieme ai suoi collaboratori Ruslanom Karpenkom e Ivan Zorya è stato ucciso dagli occupanti" sui legge nell'annuncio del consiglio comunale di Gostomel

"È Morto come è vissuto. Ognuno di noi ha sentito queste parole più di una volta e per lo più le ha percepite come un'altra frase rituale insignificante ma per Prilipko vale tutta. Non era un santo. Non era perfetto ma né orgoglioso né arrogante. Non ha mai rifiutato l'aiuto a nessuno. Poteva essere amato o stare antipatico, ma tutti sapevano che nel momento più buio non si sarebbe tirato indietro" si legge ancora ne messaggio che conclude: "Nessuno lo ha costretto ad andare sotto le pallottole degli occupanti. Poteva starsene seduto con altri in cantina. Ma ha fatto la sua scelta. È morto per la comunità, morto per Gostomel, morto da eroe. Avrà memoria eterna e la nostra gratitudine.