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Uccise 19enne in moto, moglie diplomatico non vuole farsi processare: “Troppi 14 anni”

Guidava l’auto in Inghilterra e, viaggiando sulla corsia sbagliata, uccise un diciannovenne in moto. Un incidente in seguito al quale Anne Sacoolas, moglie di un diplomatico americano, tornò negli Stati Uniti con la copertura dell’immunità diplomatica. Ora il suo avvocato dice che “un’inchiesta criminale con una pena potenziale di 14 anni di carcere non è una risposta proporzionata”.
A cura di Susanna Picone
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Anne Sacoolas non sarebbe intenzionata a presentarsi spontaneamente nel Regno Unito. A dirlo, secondo quanto riportano i media, è il suo avvocato, secondo cui quello avvenuto lo scorso agosto è stato un incidente e “un'inchiesta criminale con una pena potenziale di 14 anni di carcere semplicemente non è una risposta proporzionata”. Il caso è quello della moglie del diplomatico americano che la scorsa estate, mentre si trovava in Inghilterra, travolse e uccise Harry Dunn, un ragazzo di diciannove anni che viaggiava in moto. Uscendo dalla base della Raf nel Northamptonshire in cui lavorava il marito, Jonathan Sacoolas, la donna imboccò la corsia sbagliata investendo frontalmente il giovane. Finita sotto indagine, rapidamente Anne Sacoolas ripartì per l’America con la copertura dell'immunità diplomatica. La vicenda aveva suscitato un sentimento di indignazione collettiva innescato fra l'altro dalla protesta dei familiari del ragazzo morto. “Anne (Sacoolas) è distrutta da questo tragico incidente e continua a esprimere le sue condoglianze alla famiglia e farebbe qualunque cosa per restituirle Harry. Lei stessa è una madre e non riesce nemmeno a immaginare il dolore per la perdita di un figlio. Ha collaborato appieno con l'indagine e accettato le sue responsabilità. Solo che è stato un incidente, mentre un'inchiesta criminale con una pena potenziale di 14 anni di carcere semplicemente non è una risposta proporzionata”, recita la nota della legale di Sacoolas.

Ora il Crown Prosecution Service in una nota ripresa dai media scrive che sono state avviate le procedure per l'estradizione, che il Ministero dell'interno di Londra dovrà decidere se comunicare agli Usa attraverso i canali diplomatici. E nel frattempo dall’avvocato della donna è arrivato questo comunicato. “Spero che Anne Sacoolas ora comprenda che la cosa giusta da fare è tornare nel Regno Unito e collaborare con il processo penale”, ha detto il capo della diplomazia britannica.

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