Tangentopoli Ucraina, il deputato dell’opposizione Goncharenko: “C’è molta rabbia, Zelensky inefficace”

È la crisi politica più seria per Zelensky da quando è al governo: coinvolge persone a lui legate in modo strettissimo e tocca un settore strategico come l’energia. L’Ufficio Nazionale Anticorruzione ucraino (NABU), insieme alla Procura Specializzata Anticorruzione (SAPO), ha portato alla luce uno schema di “kickback” nel settore energetico, legato a Energoatom, l’azienda statale nucleare. L’indagine ha scavato per quindici mesi nel settore energetico. Ha trovato un sistema di tangenti. I subappaltatori pagavano una quota per ottenere contratti. La somma supera i cento milioni di dollari. Gli inquirenti puntano su Timur Mindich. Vecchio socio di Zelensky. Lo indicano come organizzatore. Avrebbe spinto nomine e controlli usando rapporti personali. Nelle carte compaiono anche German Galushchenko e Oleksiy Chernyshov. Zelensky ha chiesto e ottenuto dimissioni di ministri e sospeso funzionari. Ha imposto sanzioni a Mindich.
Non ci sono al momento prove pubbliche che Zelensky stesso sia indagato: il fulcro delle accuse riguarda le sue connessioni personali, non azioni dirette del presidente. L’inchiesta, nome in codice “Operazione Midas”, è in corso. Quindi molte delle accuse restano da confermare pienamente in tribunale. Il contesto è delicato: l’Ucraina è in guerra, il settore energetico è strategico per la resistenza, e le indagini sul giro di soldi sollevano interrogativi non solo interni ma anche su come l’aiuto occidentale venga gestito. L’Unione Europea segue il caso. Teme deviazioni di fondi. A Bruxelles, però, si nota anche come le indagini mostrino che gli organi anticorruzione lavorano. Il governo di Kiev, intanto, annuncia audit su tutte le imprese statali.
Oleksii Goncharenko, deputato della Verkhovna Rada, il parlamento unicamerale di Kiev, è un oppositore di Zelensky. Da anni si batte contro la corruzione e contro l’inefficienza del governo nel contrastarla. Fa parte del partito di opposizione Solidarietà Europea. È anche presidente della Commissione sulla migrazione, i rifugiati e i profughi dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del Continente. Originario di Odessa, medico di formazione, è in politica da sempre. Lasciò il Partito delle Regioni dell’allora presidente Viktor Yanukovich, dimostratosi un pupazzo nelle mani del Cremlino, dopo i primi caduti di Euromaidan, nel gennaio del 2014. Fanpage.it lo ha intervistato sullo scandalo che sta travolgendo la politica ucraina e imbarazzando l’UE. Chiedendo per prima cosa come interagisca con l’escalation dei bombardamenti russi nel colpire il morale degli ucraini.

Il bombardamento russo su tutti i quartieri di Kiev ha provocato almeno sei morti e decine di feriti: che effetto ha avuto sul morale della popolazione?
Siamo indubbiamente stanchi, i russi ci bombardano ogni giorno, da quasi quattro anni. Ma proprio per questo siano anche abituati. Il fatto che stavolta abbiano colpito più aree residenziali e molti edifici civili non è una novità. Rifugiarsi nella metropolitana non è una novità. È da tempo la nostra vita.
Il fatto che questo nuovo attacco russo segua immediatamente lo scoppio dello scandalo sulla corruzione di amici del presidente Zelensky non ne aumenta gli effetti destabilizzanti? Non alimenta insofferenza nei confronti del governo?
Non vedo alcuna connessione tra le due cose. Non credo proprio che i russi abbiano pensato a questo. Il loro modo di operare non è cambiato di una virgola. Lo ripeto: da quattro anni bombardano le città in questo modo. Continuamente.
Mentre i vostri soldati muoiono al fronte e tante famiglie sono al freddo e al buio, persone vicine al potere hanno incassato – a quanto pare – più di cento milioni di dollari in mazzette sul sistema che serve a proteggere i civili dai blackout provocati dalle bombe russe. Che pensa la gente?
Certamente c’è rabbia.
Nei confronti di Zelensky?
Per molti è chiaro che il presidente ha cercato di proteggere questa banda di corrotti. Tutti ricordano il tentativo, la scorsa estate, di smantellare di fatto le due maggiori agenzie anticorruzione del Paese (il 23 luglio 2025 una legge aveva esautorato le agenzie Nabu e Sapo, nate dopo la Rivoluzione della dignità del 2014 per contrastare la corruzione, ndr).
Sì, però Zelensky ha poi immediatamente reso alle agenzie in questione i loro poteri. E ora ha subito licenziato due ministri. Una reazione efficace, no?
Una reazione dovuta. Vediamo quanto sarà efficace. La corruzione è un problema drammatico che l’Ucraina si trascina da troppo tempo.
E perché non si riesce a fermare? Eredità sovietica? Caratteristica del Paese?
Non diciamo sciocchezze. Non esiste forse la corruzione in Italia? Non esiste in tanti altri Paesi? Per non parlare della Federazione Russa, dove è a tutti i livelli dell’amministrazione e del potere. Non è questione di eredità, non ha cause inestirpabili. E in Ucraina la combattiamo. Lo dimostra proprio questa indagine, e i risultati a cui ha portato. Abbiamo i mezzi giuridici, le istituzioni e una splendida società civile, per combatterla. Non affibbiate all’Ucraina marchi che non si merita.
Lei si aspettava che uscisse fuori tutto questo malaffare ai vertici dello Stato?
Purtroppo sì. Buona parte della mia lotta politica, come deputato della Rada, è sempre stata dedicata ad ammonire sul rischio della corruzione e a stimolare la lotta contro di essa.
Lei è un oppositore di Zelensky. Si sente di condannare il presidente come corrotto, o vicino a corrotti?
No. Io vorrei che Zelensky e tutto i suo governo se ne andassero e lasciassero il posto a gente nuova. Ma non perché consideri Zelensky corrotto. Credo però che abbia scelto male i suoi collaboratori. Questo governo non è corrotto. È solo estremamente carente nel promuovere provvedimenti efficienti e nella gestione della cosa pubblica.
Qualche esempio?
Uno su tutti, e il più significativo alla luce dell’inchiesta di cui parliamo, riguarda proprio il settore energetico: su 36 miliardi di grivnie (circa 740 milioni di euro) stanziati negli ultimi anni per rinnovare e costruire infrastrutture ne sono stati spesi solo 18. La metà. Per incapacità del governo a indirizzare gli investimenti e a controllarne l’efficacia. È logico che in una tale mancanza di capacità gestionale le bande di corrotti e di delinquenti ci sguazzino.
Eh, ci sono problemi del genere anche dalle nostre parti. Ma i critici dell’Ucraina parlano di corruzione dilagante anche intorno agli aiuti finanziari e soprattutto militari che l’Occidente invia a Kiev per aiutarla a resistere contro l’invasione russa. Sistemi d’arma, ma anche semplici fucili e munizioni che anziché andare a vostri soldati vengono venduti da piazzisti che li ottengono dal governo e dalle forze armate a suon di mazzette.
Del tutto falso. Chi lo dice fa solo propaganda. Ogni singolo proiettile che arriva in Ucraina è stato sempre e solo utilizzato per la resistenza dell’Ucraina all’aggressione di Mosca. Verificato, documenti alla mano. E ve lo dice uno che da anni si batte in Parlamento per mandar via Zelensky e tutti i suoi. Ma sulla resistenza ai russi in Ucraina non si scherza. Il governo è inefficace e va cambiato. Ma intorno alla nostra difesa, non ci sono mai stati giochi sporchi.