“Sull’Himalaya il meteo è imprevedibile, situazioni estreme sono dietro l’angolo”: il racconto di chi ci è salito

"Vento fortissimo, nevicate, temperature intorno a 30° sotto zero. Per fortuna quando è successo non ero in luoghi particolarmente inaccessibili e dopo qualche ora di cammino sono riuscito a raggiungere un riparo. Ma le situazioni estreme sull'Himalaya sono dietro l'angolo". Lo racconta a Fanpage.it Marco Gaiotti, fotografo naturalistico che conosce bene i crinali del versante indiano dell'Himalaya, dove accompagna altri fotografi interessati a realizzare lo scatto perfetto del leopardo delle nevi. Nel 2023 il genovese Gaiotti si è guadagnato un posto da finalista nel concorso internazionale Wildlife Photographer of the Year People’s Choice Award con le sue foto della natura selvaggia.
La testimonianza: "In zone remote si è fuori dalla portata dei soccorsi"
L'Himalaya è uno dei sistemi montuosi più inaccessibili del mondo ed è la meta non solo di fotografi ma soprattutto di alpinisti e scalatori interessati a raggiungere le cime più impervie. A questo ultimo gruppo appartenevano anche i 5 italiani dispersi dal 31 ottobre sulle vette himalayane del Nepal, rimasti vittime di una serie di nevicate sul massiccio del Manaslu.
Per Gaiotti, la maggiore incognita dell'Himalaya sono proprio le condizioni meteo che possono mutare molto velocemente: "I casi più pericolosi si verificano quando non riesci a prevedere il meteo e l'evoluzione delle situazioni meteorologiche, finendo per trovarti intrappolato in zone difficili da raggiungere per i soccorsi. Il problema è che non sempre è possibile fare previsioni accurate, nonostante la preparazione precedente".
"Pianificando attività fotografiche non dovendo stare fuori tantissimo tempo possiamo guardare come è il meteo e decidere se uscire o meno, se tentare o meno – sottolinea Gaiotti – Diverso è il discorso per chi si reca in zone remote, in spedizioni dove invece sei veramente fuori dalla portata anche dei soccorsi".
Come sta cambiando l'Himalaya con l'espansione umana
L'Himalaya è la catena montuosa più grande del mondo, attraversa sei paesi dell'Asia centrale e le sue vette più famose, tra cui l'Everest, sono luoghi inospitali per la maggior parte degli esseri viventi, eppure Gaiotti e altri appassionati come lui ogni anno si recano sui crinali innevati: "Io frequentato la valle dello Spiti, una zona himalayana a nord-est dell'India, perché qui è più facile osservare il leopardo delle nevi, si tratta di luoghi estremamente remoti, di scarso interesse turistico, se non per alcune nicchie".
Luoghi che prima erano totalmente chiusi, adesso stanno diventando sempre più popolari, come conferma il fotografo: "Qui non ci può essere un turismo di massa, chiaramente, ma località circostanti, che prima erano raggiungibili in dieci giorni di cammino, adesso possono contare su strade e altre infrastrutture, e questo sicuramente ha cambiato molto il territorio e portato a un forte sviluppo. Non è necessariamente un male, ma almeno nel versante indiano l'espansione antropica ha devastato tutta la fascia di collinare che passa davanti all'Himalaya. Più su, però, le condizioni sono talmente inospitali da aver fermato l'espansione umana".