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Guerra in Ucraina

Stupri di guerra in Ucraina, l’attivista Matviichuk: “Assistiamo le donne che vogliono abortire”

L’intervista di Fanpage.it a Oleksandra Matviichuk, promotrice del Centro per le libertà civili e consulente del Parlamento ucraino: “Lavoriamo affinché le donne stuprate dai russi arrivate in Polonia possano abortire in altri Paesi. Abbiamo testimonianze di attacchi deliberati contro obiettivi civili: Putin usa i crimini di guerra per fermare la nostra resistenza”.
A cura di Ida Artiaco
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Oleksandra Matviichuk (Twitter).
Oleksandra Matviichuk (Twitter).
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"Lavoro da 20 anni con la legge. Ma la legge non protegge gli ucraini dalle uccisioni e dagli stupri. Per questo chiediamo armi, per poter far sì che la nostra gente possa difendersi e sopravvivere". A parlare a Fanpage.it è Oleksandra Matviichuk, pluripremiata protagonista del movimento democratico ucraino, promotrice del Centro per le libertà civili e consulente del Parlamento. Da anni impegnata nella documentazione della violazione dei diritti civili, ci ha raccontato da Kiev, dove è rimasta nonostante la guerra, quali crimini sono stati commessi dalle truppe russe in Ucraina. A cominciare dalle violenza sessuali.

È stata proprio lei, ieri, con un tweet a raccontare la vicenda delle donne ucraine stuprate dai russi le quali trovano non poche difficoltà ad abortire in Polonia a causa delle rigide regole di Varsavia circa l'interruzione di gravidanza. Vicenda che ci è stata confermata anche da Amnesty.

Oleksandra, abbiamo letto il suo tweet sulla questione donne ucraine stuprate dai russi che non possono abortire in Polonia. Cos'altro può dirci su questa vicenda?

"Non abbiamo informazioni complete a riguardo. Abbiamo notizia di donne stuprate dai soldati russi ma che non hanno presentato domanda di indagine ufficiale. Adesso si trovano in Polonia e stiamo cercando di risolvere il problema. Quando noi parliamo di violenza sessuale dobbiamo ricordare che si tratta di un "crimine nascosto", le donne non parlano degli stupri che hanno subito e non chiedono assistenza. Ecco perché è importante trovare una soluzione. Ne stiamo discutendo con alcuni colleghi che si trovano in Polonia e abbiamo deciso di organizzare una campagna di informazione per le donne che hanno avuto simili esperienze di abusi sessuali da parte delle truppe russe in Ucraina, chiedendo che possano lasciare il Paese se avranno bisogno d abortire. Dobbiamo dare loro l'assistenza necessaria perché nella mia esperienza la maggior parte di coloro che sono sopravvissute non presenta denuncia, soprattutto subito dopo lo choc subito".

Cosa dovrebbero fare le donne che hanno subito un abuso durante questa guerra?

"Noi diciamo che devono rivolgersi direttamente a psicologi e medici, abbiamo realizzato anche delle linee guida in ucraino con contatti di diversi paesi che possono assistere queste donne. La priorità è fornire loro l'assistenza medica necessaria. Se non vogliono parlare con le forze dell'ordine è un loro diritto e noi dobbiamo rispettarlo perché è una situazione molto difficile a livello emozionale. Nello stesso memorandum abbiamo inserito delle raccomandazioni anche per le donne che non possono fare domanda per assistenza medica quando gli stupri sono commessi in territori che sono sotto il controllo dei russi, come ad esempio nella regione di Kiev dove le donne sono state violentate molte volte ma non avevano la possibilità di scappare o di andare in ospedale".

Lei ha documentato per anni le violazioni dei diritti umani. Che tipo di atrocità ha già potuto vedere durante questo conflitto?

"Abbiamo documentato bombardamenti deliberati su obiettivi civili, come case, ospedali, asili nido e scuole, ma anche attacchi sempre delibarti contro infrastrutture civili, per privare i residenti delle città colpite di elettricità e gas. E poi ancora attacchi deliberati contro i civili, abbiamo testimoni oculari che ci hanno raccontato di uccisioni di persone comuni, violenze fisiche e torture. Abbiamo un serie di casi di violenza sessuale ma non siamo focalizzati su quest'ultimo crimine. Io ho già documentato i crimini di guerra negli ultimi 8 anni, il mio focus era sui rapimenti illegali e le uccisioni dei civili in Donbass e so che si deve essere molto prepararti per parlare con le persone che hanno subito un abuso sessuale. Non cerchiamo questi casi deliberatamente ma abbiamo molti contatti di vittime e ho chiesto l'aiuto di organizzazioni internazionali per fornire loro la giusta assistenza".

Noi abbiamo sentito di quello che è successo a Bucha, Irpin e Mariupol. In quale altra città la situazione è difficile al momento?

"Ora la situazione sta diventando molto pericolosa ad Est dell'Ucraina, dove ci aspettiamo a breve battaglie pesanti tra i due schieramenti e il rischio che vengano commessi crimini di guerra sta aumentando rapidamente. La situazione è molto brutta anche nei centri ancora occupati dai russi, come Kherson e Melitopol, da dove arrivano notizie di persecuzioni di civili e dove le persone sono lasciate da sole con gli occupanti senza alcuna possibilità di proteggersi e difendersi. Purtroppo è così un po' ovunque dove si trovano i russi, perché Mosca usa i crimini di guerra per aumentare la paura, non sono episodi che vengono commessi da alcuni soldati ma è proprio una politica dell'esercito e dell'amministrazione russa procurare grande dolore alla popolazione civile in Ucraina per fermare la loro resistenza".

Di che tipo di sostegno ha bisogno ora la società civile ucraina per resistere all'invasione?

"Ho passato 20 anni della mia vita a usare la legge come strumento per proteggere la libertà. Ma adesso vedo che la legge non può proteggere gli Ucraini, la legge non può fermare le uccisioni o gli stupri, perché la Russia non rispetta le regole internazionali e le convenzioni.  È per questo che continuiamo a chiedere con insistenza armi, che sono ciò di cui la popolazione ora ha bisogno, anche di un certo calibro, come quelle per la difesa aerea, carri armati, artiglieria. Gli esempi di Bucha e Irpin hanno mostrato chiaramente a tutto il mondo che le truppe russe uccidono cittadini disarmati. Per questo vogliamo armi, per far sì che la nostra gente sopravviva".

Pensa che l'Occidente possa fare di più per fermare la guerra in Ucraina?

"Sì. Ma la domanda non è se l'Occidente può fare di più per fermare Putin in Ucraina. La domanda è se vuole fare altri passi in avanti contro l'invasione russa, ad esempio fornendo armi all'Ucraina. È un approccio pragmatico, perché la Russia ha detto chiaramente che Kiev è solo un obiettivo intermedio, è solo questione di tempo prima che Putin prenda di mira un altro Paese. Spero, da essere umano, che le democrazie occidentali ci supporteranno perché ora noi stiamo combattendo non solo per la nostra terra e la nostra gente, ma per tutto il mondo libero".

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