Strage dei bambini in Pakistan: ecco come si è salvata la piccola Eman

E' rimasta sotto il suo banco, nascosta in posizione fetale, in silenzio. Mentre a pochi metri da lei si consumava un massacro che rimarrà alla storia come una delle più grandi stragi di bambini dai tempi del dopoguerra. La piccola Eman Khan,3 anni, frequentava la scuola di Peshawar nel Pakistan nord-occidentale presa d'assalto ieri dai talebani: 145 morti – 132 sono bambini e ragazzi tra i 10 e i 20 anni – e 124 feriti (121 bambini) il bilancio dell’attacco sferrato da un commando di kamikaze della formazione, Tehreek-e-Taliban (TTP). Eman era lì e ha visto tutto. Ma fortunatamente i terroristi non hanno visto lui. La piccola si sarebbe salvata grazie ad un insegnante – a sua volta ammazzato – che le ha consigliato di rifugiarsi sotto il banchetto. Così la bimba si è salvata. "All'imporovviso ho sentito gridare – confessa Eman – il mio maestro mi ha chesto di nascondermi dietro il banco e di non guardare quello che stava accadendo. Quelle sono persone cattive. Ho sentito i miei compagni piangere, hanno sofferto tanto. Sono rimasta nascosta tanto tempo. Quando tutto si è calmato è venuto un uomo, mi ha preso la mano e mi ha detto che ero salva", ha concluso. I terroristi hanno preso di mira la scuola Warsak Road (dal nome della strada dove si trova) che fa parte del Sistema di Scuole e College pubblici gestiti dall'esercito pakistano. Si tratterebbe di una rappresaglia per l'offensiva dell'esercito pakistano in Nord Waziristan, la zona tribale al confine con l'Afghanistan dove si trovano le roccaforti talebane, non lontana da Peshawar.