Auto di lusso e scollature sotto il bombardamento: i tanti perché di una foto

Guardate bene questa foto. L'autore si chiama Spencer Platt e l'ha scattata il 15 agosto del 2006 nella periferia di Beirut, al termine della guerra tra Israele e Libano. Grazie a questo scatto il reporter ha vinto il World Press Photo, il più prestigioso premio mondiale di fotogiornalismo. Dicevamo, guardate questa foto: è un'immagine di guerra piuttosto anomala. Non mostra donne piangenti, militari esultanti per la vittoria di una battaglia. Non mostra bambini soli, né uomini intenti a scavare tra le macerie. Mostra invece – apparentemente, come vedremo – un gruppo di giovani a bordo di una macchina sportiva tra le macerie di un bombardamento mentre – con tanto di vistose scollature e occhiali da sole – catturano le immagini del disastro con un telefono cellulare.

A suo tempo, per queste ragioni, lo scatto venne ferocemente criticato. Samer Mohdad, fotografo libanese, disse che quell'immagine era un insulto nei confronti di tutti quei fotogiornalisti che ogni giorno rischiano la vita in guerra, mentre Patrck Baz – responsabile per il Medio Oriente dell'Afp – spiegò che l'immagine non era affatto rappresentativa delle atrocità della guerra. Ma come molto spesso accade dietro la superficie si nasconde molto altro e quelli immortalati da Spencer platt non sono "turisti di guerra".
Chi sono, dunque? A raccontarlo al Der Spiegel è stata Bissan Maroun (la donna al telefono): "Tutti dicevano che eravamo dei libanesi ricchi e snob in visita turistica in una zona bombardata". In realtà si trattava di cittadini andati a vedere cosa ne fosse dell'hotel dove alloggiavano come rifugiati: "basta guardare le nostre facce per accorgersi che siamo sconvolti. Eravamo tutt'altro che felici". E in merito all'accusa di "ricchezza": "Noi apparteniamo alla classe media – ha spiegato la donna – e dovete sapere che i vestiti alla moda in Libano vengono indossati da tutti, ricchi e poveri, perché per noi l'aspetto è molto importante".