Sopravvissuta all’Olocausto muore con il marito in una clinica per suicidi svizzera

Una vita segnata dall'orrore nazista, poi rinata nell'arte e nell'amore. Ruth Posner, 96 anni, attrice e ballerina di origine polacca sopravvissuta all'Olocausto, ha concluso la sua straordinaria esistenza insieme al marito Michael, 97 anni, in una clinica svizzera per il suicidio assistito. La coppia ha scelto di morire insieme la scorsa settimana presso la clinica Pegasos, vicino a Basilea, dopo quasi tre quarti di secolo trascorsi fianco a fianco. Una decisione comunicata con una commovente lettera d'addio inviata martedì a parenti e amici.
"È arrivato un momento in cui il deterioramento dei sensi non era più vivere ma esistere", hanno spiegato nella missiva. La scelta, hanno precisato, è stata "reciproca e senza pressioni esterne", motivata dal progressivo declino fisico che aveva reso la loro quotidianità una mera sopravvivenza. L'amica e drammaturga Sonja Linden, che ha ricevuto il messaggio di commiato, ha raccontato come Ruth negli ultimi mesi ripetesse: "Ne abbiamo abbastanza, siamo pronti ad andarcene".
La storia di Ruth Posner è degna di un romanzo. Da bambina, nel ghetto di Radom durante l'occupazione nazista, riuscì a fuggire grazie al padre, trovando rifugio presso una famiglia cattolica con documenti falsi. Imprigionata dopo la rivolta di Varsavia del 1944, si nascose in una fattoria vicino a Essen fino alla fine della guerra. Gran parte della famiglia di Ruth fu assassinata durante l'Olocausto, compresi i suoi genitori, zii, zie e cugini; solo lei e una delle sue zie sopravvissero. A 16 anni raggiunse l'Inghilterra, dove trasformò il trauma in arte: divenne membro del London Contemporary Dance Theatre e della Royal Shakespeare Company. Il marito Michael, chimico, lavorò per l'UNICEF viaggiando per il mondo prima di stabilirsi definitivamente a Londra con Ruth.
Anche in età avanzata, Ruth non ha mai smesso di testimoniare. L'Holocaust Memorial Trust la ricorda come una donna "piena di carisma" che si dedicò all'educazione dei giovani, determinata a tramandare la memoria dell'Olocausto alle nuove generazioni.