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Siria, proposta del Regno Unito: Raid anti Isis e dialogo col regime

Mentre la Russia intensifica il suo impegno militare nell’area, il Regno Unito starebbe pensando ad una vera e propria svolta diplomatica nei confronti del regime di Assad.
A cura di Antonio Palma
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Si fa sempre più complicata la situazione in Siria ormai devastata da un conflitto interno che non sembra avere fine e che ha costretto migliaia di persone alla fuga verso l'Europa. Il campo di battaglia in quella regione infatti appare sempre più affollato, dai confini incerti e dalle alleanze variabili. Oltre ai jihadisti dell'Isis, al vecchio regime di Bashar Adssad, ai curdi e alle milizie filo occidentali nel Paese ormai imperversano diversi altri eserciti anche se in gran parte con raid aerei e interventi sporadici e raramente con truppe di terra. Tra questi come ultimi arrivati i francesi che hanno annunciato i primi voli di ricognizione sul Paese per nuovi bombardamenti che dovrebbero affiancare quelli degli Usa e dei suoi alleati. Nel Paese però diventa sempre più evidente anche il crescente intervento militare della Russia, da tempo al fianco di Assad con l'invio di mezzi, armi e addestratori. I movimenti del Cremlino infatti hanno rafforzato i sospetti di americani ed europei che la Russia stia impiegano anche truppe di terra nel Paese con un ponte aereo attraverso l'Iran, altro alleato di Assad.

Anche alla luce di tutto questo, secondo quanto rivela il Guardian, da parte della Gran Bretagna arriva una nuova proposta che pare una vera e propria svolta nei confronti di Assad fino ad ora ritenuto una minaccia. L'idea infatti è quella lanciare raid aerei congiunti per eliminare le menti e i vertici che controllano l'Isis, ma anche avviare un'azione diplomatica con il regime "con la benedizione della Russia e della Cina". L'obiettivo è di sbaragliare gli integralisti e di formare "un governo di unità nazionale" in cui a "Bashar Assad sarà concesso di restare presidente per un periodo di transizione di massimo sei mesi". L'idea farebbe seguito ai proclami di Putin che nei giorni scorsi ha parlato proprio di una coalizione internazionale contro i gruppi terroristici in Siria.

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