Siria di nuovo in fiamme, drusi presi di mira dai gruppi islamisti: “Si rischia un’altra guerra civile”

Era un uomo di trent’anni, aveva appena conosciuto la libertà dopo cinque anni nelle prigioni di Assad ed è stato ucciso dopo solo cinque mesi da chi l’aveva liberato. M. è una delle decine di vittime druse uccise negli scorsi giorni da gruppi islamisti legati al nuovo governo di Damasco. “Era un mio amico – racconta a Fanpage.it A. anche lui druso – aveva combattuto contro il regime di Assad per questo era stato messo in prigione. Noi drusi siamo come una grande famiglia e se qualcuno è in pericolo corriamo ad aiutarlo, per questo anche lui mercoledì scorso era andato a dare una mano alla popolazione di Sahnaya contro le milizie entrate nella città per ucciderli. Era lì con un gruppo di altri 45 uomini di Suwayda, che sono stati tutti colpiti e uccisi da queste milizie. Ad M. hanno concesso solo quattro mesi di vita fuori da una cella”.
Quello che sta succedendo da poco meno di una settimana in Siria A. lo descrive come “una guerra settaria contro i drusi”: lunedì scorso a Jaramana, un quartiere a maggioranza drusa di Damasco, un gruppo di islamisti tra cui anche membri dell’Isis non ufficialmente legati al governo centrale, ha assediato il quartiere con l’intenzione di entrare a rastrellare casa per casa le abitazioni dei drusi, la stessa cosa fatta un mese fa sulla costa contro gli alawiti. A Jaramana i miliziani non sono riusciti ad entrare e gli scontri si sono limitati all’esterno del quartiere, rendendo quindi impossibile per giorni l’uscita della gente dalle proprie case. Chi provava ad uscire è stato ucciso, dati non ufficiali parlano di circa 15 civili ammazzati durante gli scontri. Poco dopo le violenze si sono spostate nelle città di Ashrafiyat e Sahnaya (Damasco rurale). In quest’ultima i miliziani sono riusciti ad entrare mercoledì scorso. “Sono entrati e hanno cominciato a fare esecuzioni di massa di uomini, compresi giovani e anziani religiosi drusi che sono stati giustiziati a sangue freddo nelle strade, nei parchi pubblici e all'interno delle loro case – spesso davanti ai bambini – in scene che costituiscono chiaramente crimini di guerra e atti di pulizia settaria”, continua A. al telefono con Fanpage.it, “hanno giustiziato il sindaco di Sahnaya, Hussam Warwar, e suo figlio, uccisi a colpi di arma da fuoco. Hanno arrestato arbitrariamente più di 80 civili, con irruzioni in casa e saccheggi con il pretesto della ricerca di armi. Dai video che circolano su diversi canali Telegram si vedono anche incendi dolosi di abitazioni civili, ma anche di edifici religiosi drusi"
All'alba di ieri l'aviazione israeliana ha attaccato la zona nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, come atto di "difesa nei confronti del popolo druso". Il governo di Al Shara ha condannato l’attacco e lo ha descritto come “una grave escalation contro le istituzioni statali e l'unità del popolo siriano" invitando la comunità internazionale a sostenere la Siria. I civili drusi, così, sono di nuovo il perno di una partita a scacchi tutta politica che si fa forza sull'assenza di una reale protezione internazionale nei confronti dei drusi e della società civile siriana tutta.
“Il governo dice che queste milizie non sono legate all’esercito, che sono gruppi illegali, ma loro indossano gli stessi vestiti della sicurezza nazionale e hanno le stesse armi. Inoltre Al Sahara non ha detto una parola su quello che sta succedendo”, continua A. "Israele sta giocando una partita con noi, quello che vuole Suwayda è protezione internazionale ma l'unico ad aver risposto al nostro appello è stato Israele. Noi sappiamo che la protezione dello Stato ebraico non è gratuita, lo scopo finale probabilmente è occuparci, ma adesso cosa possiamo fare davanti a tutta questa violenza?"
Il Centro di Suwayda per la Documentazione e i Media giovedì ha lanciato un appello alle organizzazioni internazionali e per i diritti umani: “Chiediamo alla comunità internazionale, in particolare agli Stati Uniti e all'Unione Europea, di intervenire immediatamente per fermare la campagna di sterminio sistematico e di pulizia settaria in corso contro i civili drusi a Sahnaya e Ashrafiyat. Chiediamo l'invio immediato di una commissione d'inchiesta internazionale indipendente nelle aree colpite. La cessazione di tutte le operazioni militari e di sicurezza e il ritiro delle fazioni armate dalle zone civili. Che venga resa nota la sorte delle persone rapite e che venga garantita la loro sicurezza. che vengano individuati i responsabili di rapimenti, saccheggi ed esecuzioni sommarie e garantita la protezione internazionale immediata per i civili drusi nelle zone rurali di Damasco e Suwayda. Poniamo queste testimonianze di fronte alla coscienza del mondo libero e affermiamo che il silenzio internazionale è complicità”.
A Suwayda intanto la gente è terrorizzata. “Al momento siamo assediati, i miliziani stanno all’esterno della città, uscire o entrare è pericolosissimo. Siamo molto spaventati, soprattutto dopo ieri sera che hanno provato ad entrare in città. Abbiamo paura che faranno anche qui quello che hanno fatto a Sahnaya mercoledì e nella costa con gli alawiti un mese fa. Ma la vera paura è che se nessuno ferma questa guerra settaria ci sarà un’altra guerra civile in Siria”, conclude l’uomo con la voce spezzata.