Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Secondo Netanyahu a Gaza non c’è nessuna carestia di massa. Anzi, i palestinesi stanno ingrassando

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che nella Striscia nessuno soffre la fame. Semmai è il contrario: visto che si sta a lungo nei tunnel per ripararsi dai bombardamenti si tende a ridurre l’attività fisica e quindi a ingrassare.
A cura di Davide Falcioni
2.116 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Le foto dei civili palestinesi che si accalcano per ricevere un po' di cibo? Una bufala. E i rapporti delle Nazioni Unite e delle principali ONG sul rischio di carestia a Gaza? Anche quella una fake news. Le verità, secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è che nella Striscia nessuno soffre la fame. Semmai è il contrario: visto che si sta a lungo nei tunnel per ripararsi dai bombardamenti si tende a ridurre l'attività fisica e quindi a ingrassare.

No, quella che abbiamo appena descritto non è un'esagerazione ma la tesi realmente sostenuta martedì da Netanyahu intervenendo durante una conferenza dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto a Gerusalemme (qui il suo discorso integrale). In quell'occasione il primo ministro ha categoricamente negato l’esistenza di una crisi umanitaria a Gaza e ha definito "una menzogna" le accuse secondo cui Israele starebbe usando la fame come arma di guerra.

Le (surreali) dichiarazioni di Netanyahu: "A Gaza non c'è fame"

"Fin dal primo giorno, o dai primi giorni della guerra, abbiamo deciso una linea: andiamo contro Hamas, non contro la popolazione civile. Sia permettendole di lasciare i teatri di combattimento, sia fornendo loro i beni essenziali: cibo, acqua, medicine. Questo è ciò che richiedono il diritto internazionale e il buon senso. E così abbiamo fatto. Abbiamo fornito 1,8 milioni di tonnellate, 1,8 milioni di tonnellate di cibo e aiuti. È una quantità enorme. Ed è per questo che non c’è stata… non c’è stata affatto una carestia di massa. Anzi, ti do un’indicazione semplice di questo".

Poi il premier israeliano ha proseguito:

"Prendiamo migliaia di prigionieri, li dividiamo tra civili e combattenti e li fotografiamo. Puoi vedere quelle fotografie, quei video. Qual è la prima cosa che fai quando catturi un prigioniero a Gaza? La prima cosa è dirgli: “Togliti la maglietta. Vogliamo vedere che non ci sia un giubbotto esplosivo”. Migliaia e migliaia di prigionieri si tolgono la maglietta e non ne vedi uno, nemmeno uno denutrito dall’inizio della guerra a oggi. Anzi, vedi l’opposto, perché non fai molto esercizio, certamente non nei tunnel, ma ricevi cibo. E ci accusano di causare la fame".

La verità: "Israele usa la fame come arma di guerra"

Secondo le Nazioni Unite e numerose organizzazioni umanitarie, la situazione a Gaza è invece ben diversa da quella descritta dal leader israeliano. Dall’inizio dell’offensiva militare nell’ottobre 2023, Israele ha imposto un blocco pressoché totale degli aiuti, impedendo l’ingresso di cibo, acqua, medicinali e carburante. Dal 2 marzo, l’embargo è diventato totale, lasciando l’intera popolazione della Striscia – oltre 2 milioni di persone – a rischio imminente di carestia. Secondo l’ONU, decine di bambini sono già morti per denutrizione.

Immagine

Già nelle scorse settimane Philippe Lazzarini, numero uno dell'Unrwa, l'agenzia ONU che assiste profughi e civili palestinesi, aveva accusato Israele di usare la fame a Gaza come "arma di guerra". La conferma di quanto sia grave la situazione nella Striscia è stata da tempo fornita anche dall'Integrated Food Security Phase Classification (IPC): 470.000 persone a Gaza stanno affrontando una fame catastrofica (Fase 5 IPC), e l'intera popolazione è colpita da insicurezza alimentare acuta. Il rapporto prevede inoltre che 71.000 bambini e oltre 17.000 madri avranno bisogno di cure urgenti per malnutrizione acuta. "Le famiglie a Gaza stanno morendo di fame mentre il cibo di cui hanno bisogno è bloccato al confine. Non possiamo farlo arrivare a loro a causa del conflitto riesploso e del blocco totale degli aiuti umanitari imposto all’inizio di marzo", ha dichiarato Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP) delle Nazioni Unite. "È imperativo che la comunità internazionale agisca con urgenza per far riprendere il flusso di aiuti verso Gaza. Se aspettiamo la conferma di una carestia, per molte persone sarà già troppo tardi".

2.116 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views