Rula Jebreal: “A Gaza un genocidio coloniale, Meloni e Netanyahu alleati nell”internazionale nera’”

"Il genocidio di Gaza mi ha cambiata nel profondo. Ha rivelato il vuoto morale e politico di un mondo che riduce l'umanità a una gerarchia di morte. Scrivo affinché nessuno, in futuro, possa dire di non sapere. Scrivo per impedire che il genocidio di Gaza diventi una dottrina da esportare, un modello da applicare ogni volta che il potere decide di avere ragione della ragione": sono le parole di Rula Jebreal, giornalista, scrittrice e docente palestinese con cittadinanza italiana e israeliana nata ad Haifa e cresciuta a Gerusalemme, la cui vita personale e professionale è stata segnata fin dall'infanzia dall'occupazione militare israeliana.
Mentre è in corso la quotidiana carneficina nella Striscia di Gaza, Fanpage.it l'ha "intercettata" tra una presentazione e l'altra del suo ultimo libro (Genocidio, ed. Piemme). Con lei abbiamo parlato del massacro di palestinesi in corso da parte di Israele, del consenso alle politiche di Netanyahu nella società israeliana, del rischio che la pulizia etnica si espanda anche in Cisgiordania. E, per finire, della stretta collaborazione tra il Governo Meloni e Tel Aviv. "Nel futuro – dice Rula Jebreal – l’Italia potrebbe essere processata per complicità nel genocidio a Gaza".
Da 19 mesi Israele bombarda e affama la popolazione civile della Striscia di Gaza; i massacri si sono intensificati dopo la rottura unilaterale del cessate il fuoco, lo scorso marzo, e nelle ultime settimane le violenze contro i palestinesi sono addirittura aumentate.
Siamo assistendo alla soluzione finale del genocidio programmato a Gaza. Esattamente come avevano annunciato vari ministri israeliani, è la continuazione della Nakba che è in corso dal 1948.
Dopo la Shoah il mondo disse "mai più". Eppure le azioni di Israele a Gaza, con le uccisioni indiscriminate di decine o centinaia di migliaia di civili in "mondovisione", hanno indotto il Sudafrica a intentare una causa per genocidio contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia. Cosa prova, da cittadina palestinese con cittadinanza israeliana?
Sono anni che noi palestinesi lanciamo l’allarme: sapevamo che l’impunità diffusa – che dura da 58 anni – la colonizzazione selvaggia e illegale e la violazione di tutti gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia e delle risoluzioni ONU, sarebbero sfociati in un genocidio coloniale.
Sono 58 anni che la destra radicale israeliana comunica chiaramente le sue intenzioni genocidarie, ma il mondo ha scelto di ignorarle.
Stiamo pagando il prezzo del fallimento nel far rispettare a Israele la legalità internazionale.

Per le sue posizioni critiche verso le politiche di Israele lei è stata accusata, anche di recente in una trasmissione televisiva da Italo Bocchino, di antisemitismo. Cosa risponde?
Lavoro negli Stati Uniti da 15 anni, è il Paese più filo-israeliano al mondo e nonostante le mie critiche aspre contro il governo israeliano, nessuno ha mai osato rivolgermi questa accusa gravissima. Qui, è paradossale che un giornalista con una storia legata all’estrema destra italiana, il cui odio razziale ha portato al genocidio degli ebrei in quanto ebrei in Europa, si sia sentito in diritto di darmi dell’antisemita.
La destra in Israele accusa persino Golan, un ex generale israeliano, di essere antisemita, dopo che ha finalmente condannato l’uccisione dei bambini "per hobby" a Gaza. In Italia, abbiamo la gioventù meloniana, che continua a esprimere odio razziale verso gli ebrei italiani, inclusa una deputata ebrea di Fratelli d’Italia. Ma in questo momento, sfruttare l’accusa di antisemitismo contro chi denuncia il genocidio coloniale in corso aiuta Meloni e i suoi a prendere fintamente le distanze dal loro passato fascista; è un ulteriore passo verso il loro travestimento.

Un sondaggio condotto dalla Pennsylvania State University rivela che l’82% degli ebrei israeliani è favorevole alla deportazione dei palestinesi di Gaza. Il 47% degli intervistati approva anche il loro sterminio. Come si è arrivati a un consenso così ampio nella società israeliana?
La società israeliana è profondamente indottrinata. È ormai radicalizzata da anni e da quando è stato ucciso il premier israeliano Rabin è in corso una campagna ininterrotta di disumanizzazione e criminalizzazione collettiva dei palestinesi. Netanyahu da 20 anni dichiara che i palestinesi sono i nuovi nazisti. Ricordo molto bene l’ex presidente israeliano Rivelin quando disse che "Israele è una società malata". Recentemente abbiamo visto vari esponenti di destra israeliana, come Moshe Feiglin, affermare che bisogna uccidere i bambini, sterminare i bambini, che i bambini sono il nemico. Si aggiungano a queste le dichiarazioni del presidente di Israele Yitzhak Herzog, secondo cui a Gaza non ci sono civili e un'intera società è responsabile del 7 ottobre. Insomma, questo sondaggio riflette perfettamente il fatto che gli israeliani non vedono più i palestinesi come esseri umani, ma come sottospecie da sterminare.
Esiste, in Israele, una vera opposizione al genocidio in corso?
No. NO. Senza pressioni esterne da parte di altri Paesi il genocidio continuerà. Senza sanzioni economiche, senza un embargo alle armi, senza un processo allo stato di Israele, la fase successiva a quella attuale sarà la "gazificazione" della Cisgiordania, lo sterminio di tutti i palestinesi che la abitano e la pulizia etnica. Gaza è solo l'inizio.

Nonostante i quotidiani massacri in diretta, il governo italiano non è stato in grado ancora di esprimere una condanna fattiva a Israele, emettendo sanzioni economiche o bloccando gli accordi commerciali e militari. Sappiamo che tra Meloni e Netanyahu vi sono affinità politico-ideologiche. Ma cosa altro nasconde il silenzio dell'Italia?
Meloni e la destra israeliana appartengono alla stessa famiglia politica: fra loro c’è un’alleanza ideologica di fondo, non a caso tutti gli alleati principali di Israele si trovano fra le estreme destre mondiali, inclusi i veri gruppi antisemiti. Il governo italiano fa parte di questa "internazionale nera", che non ha rispetto della legalità internazionale, anzi vuole distruggere le istituzioni multilaterali e vede i cittadini come sudditi da manipolare, radicalizzare, spiare.
Sono particolarmente allarmata: nel mezzo del genocidio in corso il governo italiano ha stretto un accordo con Israele sulla cybersecurity, e continua a importare ed esportare armi, fare affari, facendo profitto mentre fiumi di sangue scorrono a Gaza. Il governo Meloni continua a vendere e comprare armi da uno Stato sul cui premier pende un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e il cui governo è sotto processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per l’accusa di genocidio. Così facendo il governo sta mettendo a repentaglio la sicurezza nazionale dell’Italia, esponendo questo Paese a veri rischi e contraccolpi, anche dal punto vista legale. Nel futuro, l’Italia potrebbe essere processata per complicità nel genocidio a Gaza. È straordinario che per la seconda volta nella storia l’Italia si posizioni dalla parte sbagliata.
Nel frattempo, quelle armi digitali israeliane – che sono state sperimentate sulla pelle dei palestinesi, trattati da cavia – oggi vengono usate contro i giornalisti italiani scomodi e contro la società civile, con l’obiettivo di minare la democrazia e lo Stato italiano. Al governo Meloni interessa delegittimare il diritto internazionale per continuare a tenere rapporti che violano i diritti umani in Libia, in Tunisia e nell’Africa coinvolta nel cosiddetto Piano Mattei. A questo va aggiunto che Orbàn, Milei e Trump sono alleati di riferimento della Presidente del Consiglio, e che tutti questi signori portano avanti la distruzione della credibilità del diritto internazionale. Il governo Meloni continua a vendere e comprare armi da uno Stato sul cui premier pende un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e il cui governo è sotto processo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per l’accusa di genocidio.