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Recovery fund, Polonia e Ungheria ancora contro tutti: no alla clausola sullo stato di diritto

Polonia e Ungheria non hanno nessuna intenzione di fare un passo indietro sul veto che hanno messo in risposta alla clausola dello stato di diritto, di fatto bloccando l’erogazione delle risorse europee. Mateusz Morawiecki e Viktor Orban, hanno chiesto di svincolare i due temi, con il premier ungherese che ha spiegato: “Diamo subito i soldi ai Paesi in emergenza finanziaria, delle nuove regole sullo stato di diritto se ne può discutere poi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Bandiera Unione Europea

L'Ungheria e la Polonia sono unite contro il criterio dello stato di diritto per accedere ai fondi europei. Da giorni – di fatto – stanno bloccando, con il loro veto, l'avanzamento delle trattative per il via libera alle risorse del Next Generation Eu, e oggi i due premier hanno dichiarato congiuntamente che non si fermeranno. Mateusz Morawiecki e Viktor Orban hanno proposto di "facilitare la veloce adozione del pacchetto finanziario" che comprende Bilancio europeo e Recovery fund, "stabilendo un processo a due binari". Ovvero: da un lato "limitando il campo di applicazione di qualsiasi condizionalità aggiuntiva di bilancio alla protezione degli interessi finanziari dell'Ue, secondo le conclusioni di luglio", e dall'altro hanno chiesto di parlare, al Consiglio europeo, della possibilità "di stabilire un collegamento tra stato di diritto e interessi finanziari dell'Ue". Il primo ministro polacco, si è detto "preoccupato" per le sorti dell'Unione europea. "Non vogliamo che l'Ue si allontani dal suo corso", ha detto Morawiecki, sottolineando che i Paesi hanno "27 ordinamenti giuridici e questa diversità deve essere rispettata e apprezzata".

Il premier ungherese Viktor Orban ha rilasciato una lunga intervista al settimanale tedesco Die Zeit, in cui ha spiegato che stato di diritto e fondi europei devono essere slegati. "Se una cosa è complicata bisogna ritornare alla prospettiva più semplice, bisogna chiarire chi voglia cosa. I paesi finiti in emergenza finanziaria vogliono i soldi velocemente, diamo loro i soldi. Altri paesi vogliono nuove regole sullo stato di diritto. Bene, discutiamone. La prima cosa va fatta subito. La secondo è un po' meno urgente". Secondo Orban, "una nuova regolamentazione dello stato di diritto può durare mesi".

Il premier ungherese non ha voluto rivelare cosa si è detto con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nella videochiamata di qualche giorno fa. "Non voglio svelare quello che ci siamo detti, ma posso dire quello che le ho detto io: la cosa che mi chiedi, Angela, è un suicidio". Poi Orban avrebbe anche chiesto alla cancelliera tedesca di ricandidarsi, "perché se non resta l'Europa avrà un grande problema, ma non sono riuscito a convincerla, è determinata ad andarsene".

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