Quanti palestinesi sono stati ammazzati da Israele da quando è stata annunciata la “tregua” a Gaza

A Gaza non c'è nessuna pace. Sono oltre 250 i palestinesi uccisi dall'esercito israeliano (IDF) dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, che finora ha rappresentato solo un rallentamento del genocidio nella Striscia. Nella notte, almeno 100 persone sono state uccise, tra cui 35 bambini, durante i raid israeliani, nonostante questa mattina la tregua sia stata temporaneamente ripresa. Dall'inizio dell'invasione militare israeliana gli attacchi israeliani hanno provocato quasi 70mila morti, di cui 30mila bambini.
Nel frattempo l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha sottolineato che Israele deve rispettare i suoi obblighi secondo il diritto internazionale umanitario: "Le notizie secondo cui oltre 100 palestinesi sono stati uccisi durante la notte in raid mirati soprattutto contro edifici residenziali, tende per sfollati e scuole sono sconvolgenti", ha dichiarato Turk. "Le leggi di guerra sono chiare: civili e infrastrutture civili devono essere protetti". Turk ha aggiunto che le uccisioni arrivano proprio in un momento in cui la popolazione di Gaza, già duramente provata, iniziava a nutrire qualche speranza di riduzione della violenza.
"Tutte le parti in conflitto devono agire in buona fede per rispettare il cessate il fuoco. Gli Stati con influenza sul conflitto devono fare tutto il possibile per garantire la protezione dei civili. Negli ultimi due anni Gaza ha subito sofferenze e distruzione quasi totale; non possiamo permettere che questa occasione per fermare la spirale di violenza sfugga di mano".
Croce Rossa esclusa dalle carceri
Intanto, Israele ha vietato al Comitato Internazionale della Croce Rossa di visitare i prigionieri palestinesi detenuti in base a una legge che riguarda i cosiddetti "combattenti illegali". Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha motivato il divieto sostenendo che le visite avrebbero compromesso gravemente la sicurezza dello Stato, sottolineando che "la protezione dei cittadini israeliani viene prima di tutto", anche se questo, è bene ricordarlo, significa tenere prigioniere senza processo, centinaia di migliaia di persone, compresi bambini, in condizioni critiche e senza accesso ad alcun organismo internazionale di controllo.
La situazione resta insomma estremamente drammatica, con la popolazione civile di Gaza ancora esposta ad attacchi violentissimi e a bombardamenti, e con la comunità internazionale che ribadisce la necessità di proteggere i civili e rispettare le norme del diritto umanitario internazionale.