Quali sono le condizioni poste da Putin e accettate da Trump per la fine della guerra in Ucraina

Il primo incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin dall'inizio del conflitto ucraino, svoltosi il 15 agosto in una base dell'aeronautica militare in Alaska, ha fatto emergere i contorni di un possibile accordo di pace che prevede significativi scambi territoriali, con condizioni tuttavia nettamente favorevoli alla Russia.
Secondo fonti informate sulle posizioni del Cremlino, citate da Reuters e Guardian, Mosca sarebbe disposta a rinunciare a piccole sacche di territorio ucraino occupato nelle regioni settentrionali, ma in cambio Kiev dovrebbe cedere vaste aree delle sue terre orientali che Mosca non è ancora riuscita a conquistare completamente, quelle regioni non a caso ricchissime di risorse minerarie. Tale piano, sostenuto anche dalla Casa Bianca, prevede in particolare che l'Ucraina rinunci del tutto al Donbas, anche a quelle porzioni di territorio che non sono state ancora occupate dalla Russia.
I dettagli dell'accordo proposto da Putin a Trump
La proposta russa prevede infatti che l'Ucraina si ritiri completamente dalle regioni orientali di Donetsk e Luhansk, in cambio di un impegno di Mosca a congelare le linee del fronte nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia.
Dal punto di vista dei numeri, lo scambio appare piuttosto sbilanciato: la Russia controllerebbe definitivamente circa 6.600 chilometri quadrati del Donbas, mentre restituirebbe solo circa 440 chilometri quadrati nelle regioni di Sumy e Kharkiv settentrionali. Trump, in un'intervista con Sean Hannity di Fox News, ha confermato le discussioni: "Penso che siamo abbastanza vicini a un accordo. L'Ucraina deve essere d'accordo. Forse diranno ‘no'". Il capo della Casa Bianca avrebbe accettato le richieste di Putin e sollecitato l'Europa a non porre ostacoli.

Le condizioni aggiuntive di Putin
L'offerta russa include tuttavia diverse clausole che potrebbero risultare difficilmente accettabili per Kiev. Putin esclude qualsiasi cessate il fuoco parziale, richiedendo un accordo completo prima di fermare le ostilità che colpiscono quotidianamente l'Ucraina con droni e missili balistici. Mosca chiede inoltre il riconoscimento formale della sua sovranità sulla Crimea, annessa nel 2014, sebbene non sia chiaro se tale riconoscimento debba arrivare dal governo americano o da tutte le potenze occidentali.
L'Ucraina dovrebbe rinunciare all'adesione alla NATO, obiettivo strategico sancito anche dalla sua costituzione, anche se Putin sembra aperto a qualche forma di garanzie di sicurezza alternative. Il leader russo si aspetta anche l'eliminazione di almeno parte delle sanzioni occidentali, il riconoscimento ufficiale della lingua russa in territorio ucraino e la libertà operativa per la Chiesa ortodossa russa, accusata dall'agenzia di sicurezza ucraina di diffondere propaganda filo-russa.
La posizione dell'Europa
In una dichiarazione congiunta, i leader europei hanno affermato di essere "pronti a collaborare con il presidente degli Stati Uniti Trump e il presidente ucraino Zelensky per un vertice trilaterale con il sostegno europeo", ma che "spetterà all'Ucraina prendere decisioni sul suo territorio. I confini internazionali non devono essere modificati con la forza".
La dichiarazione è stata firmata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen; dal presidente francese, Emmanuel Macron; dal primo ministro italiano, Giorgia Meloni; dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz; dal primo ministro britannico, Keir Starmer; dal presidente finlandese, Alexander Stubb; dal primo ministro polacco, Donald Tusk; e dal presidente del Consiglio europeo, António Costa.

Le reazioni ucraine e i prossimi passi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso domani a Washington per discutere direttamente con Trump le possibilità di un accordo. L'Ucraina ha già respinto in passato qualsiasi concessione territoriale, considerando la regione di Donetsk cruciale per la propria difesa e ricordando che essa non è stata neanche integralmente occupata dalla Russia.

Zelensky inoltre denuncia il rifiuto della Russia ad un cessate il fuoco, cosa che secondo lui "complica la situazione" nel raggiungimento del piano di pace voluto da Donald Trump dopo l'incontro di ieri con Putin. "Vediamo che la Russia sta respingendo i numerosi appelli al cessate il fuoco e non ha ancora deciso quando smetterà di uccidere – le sue parole sui social network -. Questo complica la situazione. Se non è disposta a eseguire un semplice ordine di cessare le ostilità, potrebbero essere necessari importanti sforzi per spingere la Russia a voler attuare qualcosa di molto più importante: la coesistenza pacifica con i suoi vicini per decenni".